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L'outlook della settimana. Il punto al 23 aprile 2024

Crescita lenta e disomogenea di un’economia resiliente in un mondo frammentato
Alle riunioni di Primavera del Fondo Monetario Internazionale e della banca Mondiale a Washington, presenti governatori delle banche centrali e ministri economici,  sono stati illustrati il  World Economic Outlook e il Global Financial Stability Report. L’FMI descrive l’economia mondiale “resiliente”. La sua ripresa, pur lenta, è costante, differisce da regione a regione e i rischi per la stabilità finanziaria si sono ridotti, soprattutto per la disinflazione in atto. Anche il Governatore di Banca d’Italia Fabio Panetta, nel suo intervento, ha parlato della notevole resilienza, di fronte alle molteplici sfide, dell’economia mondiale, le cui prospettive di crescita nel medio termine rimangono modeste, ed ha anche sottolineato la disomogeneità della ripresa in atto e la frammentazione economica e politica, fattori che potrebbero accentuare i divari economici esistenti tra stati e all’interno degli stessi. 

Italia, rischi orientati al ribasso e incertezza
Oggi (22 aprile) è giorno di audizioni sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Tra gli spunti più interessanti le osservazioni della Corte dei Conti, e il giudizio di Banca d’Italia che ha portato stime non lontane dal quelle del Tesoro, pur evidenziando come i rischi per la crescita rimangano orientati al ribasso.
Quello che stiamo vivendo è un momento di incertezza, lo spiega chiaramente l’Ufficio Studi di Confcommercio che, nella sua Congiuntura, scatta una fotografia della nostra economia che continua ad essere un po’ “sfuocata”. Infatti, pur vivendo un periodo complicato con tensioni forti sullo scenario internazionale, non mancano i segnali positivi provenienti soprattutto dal settore dei servizi e in particolare dal turismo estero. E poi a febbraio e a marzo gli indicatori della fiducia delle imprese, dell’occupazione, della produzione industriale e delle vendite al dettaglio hanno mandato segnali confortanti.
In chiaroscuro i dati di oggi di Unioncamere Movimprese: nel primo trimestre del 2024 ci sono state 107mila nuove iscrizioni e 118mila cessazioni con un saldo negativo di 11mila imprese.

Segni di miglioramento
Pubblicato la settimana scorsa il rapporto di previsione del Centro Studi di Confindustria che, pur i molti nodi da sciogliere, quali le strozzature mondiali nei trasporti e il costo dell’energia, vede il Pil al rialzo a 0,9% nel 2024 e 1,1% nel 2025, definendo la crescita italiana sorprendente in positivo.
Secondo le stime della Banca d’Italia, espresse nel secondo Bollettino economico del 2024, ci sono segni di miglioramento. In Italia l’attività economica è aumentata in misura contenuta nel primo trimestre del 2024, risultando ancora frenata dalla flessione della manifattura, a fronte di una ripresa nei servizi. Nello scenario di base del quadro previsivo di Via Nazionale, il PIL aumenterebbe dello 0,6 per cento nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dell’1,0 nel 2025 e dell’1,2 nel 2026, beneficiando della ripresa dei redditi reali e della domanda estera. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso.

 

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