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Decreto Piantedosi: Come Funzionano I Protocolli Di Prevenzione

Il quadro normativo

Sono sempre più numerose le Prefetture italiane che, negli ultimi mesi, hanno avviato tavoli di confronto con le associazioni di categoria dei pubblici esercizi per dare attuazione al Decreto del Ministero dell’Interno del 21 gennaio 2025 – noto come “Decreto Piantedosi” – contenente Linee guida in materia di prevenzione degli illeciti nei Pubblici Esercizi.

Il provvedimento si colloca nell’ambito dell’art. 21-bis del D.L. n. 113/2018, convertito con modificazioni dalla L. n. 132/2018, e consente la definizione di Protocolli provinciali di prevenzione tra Prefetture e associazioni rappresentative degli operatori.

Cosa prevedono i Protocolli provinciali?

Gli accordi di adesione hanno natura volontaria: le imprese che scelgono di aderire si impegnano a rispettare una serie di misure di sicurezza, concordate a livello locale e ispirate a quelle indicate in via non vincolante nelle Linee guida ministeriali. Tra queste le più ricorrenti sono: l’installazione di sistemi di videosorveglianza, un’adeguata illuminazione anche delle aree esterne, obblighi di segnalazione di situazioni di rischio e collaborazione con le forze dell’ordine, oltre all’adozione di codici di condotta per la clientela.

Il meccanismo premiale collegato all’art. 100 del TULPS

Uno degli aspetti più significativi riguarda il meccanismo premiale collegato all’art. 100 del TULPS, norma che attribuisce al Questore il potere di sospendere (o revocare, in caso di recidiva) la licenza di un pubblico esercizio quando:

  • all’interno del locale si siano verificati disordini;
  • esso sia abituale ritrovo di persone pericolose o pregiudicate;
  • l’attività costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, la moralità o la sicurezza dei cittadini.

Si tratta di una misura a carattere cautelare e preventivo, che non implica una responsabilità diretta del titolare ma mira a scongiurare reati e turbative.

L’adesione ai protocolli, tuttavia, rappresenta un elemento che il Questore deve valutare nell’adozione dei provvedimenti previsti dall’art. 100 TULPS. In pratica la loro applicazione da parte dell’impresa svolge da fattore attenuativo, imponendo di fatto una motivazione più stringente per poter applicare la sospensione. Un meccanismo che può rivelarsi particolarmente utile per le attività operanti in contesti effettivamente esposti a rischi maggiori, come i locali di intrattenimento e aggregazione notturna.

Le indicazioni della circolare Ministeriale del 28 aprile 2025

La successiva circolare ministeriale n. 11019(4)/2025 ha precisato che l’adesione ai Protocolli resta volontaria e ha invitato le Prefetture a dare priorità ai settori più esposti a situazioni di pericolo. In questo senso, diventa centrale delimitare correttamente l’ambito soggettivo di applicazione degli accordi territoriali: se è vero che la norma di base riguarda i pubblici esercizi nel loro complesso, è altrettanto vero che la circolare raccomanda di concentrare prioritariamente l’attenzione sulle attività che presentano un rischio concreto per l’ordine pubblico.

Sicurezza e proporzionalità: un equilibrio indispensabile

La sicurezza dei cittadini è un valore primario e condiviso che richiede l’impegno congiunto delle istituzioni e degli operatori affinché i luoghi della socialità restino ordinati e protetti. Tuttavia imporre oneri sproporzionati a esercizi che non presentano particolari criticità rischierebbe di appesantire il sistema e ridurne l’efficacia. Serve dunque un approccio equilibrato, che garantisca tutela e prevenzione nei contesti realmente a rischio, senza penalizzare chi opera in scenari privi di oggettivi elementi di pericolo.

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