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CONCORDATO PREVENTIVO, VIA LIBERA DEL CDM

Il provvedimento, contenuto nella bozza del decreto legislativo di attuazione della delega fiscale, consentirà agli autonomi di accordarsi in anticipo con il fisco, per due anni, sui propri redditi.

Un patto con i lavoratori autonomi sui redditi, che dura due anni e dal quale l'Erario ipotizza anche di poter incassare 760,5 milioni: è il nuovo concordato preventivo biennale contenuto nella bozza del decreto legislativo di attuazione della delega fiscale approvato il 3 novembre scorso dal Consiglio dei ministri. Il testo, che riscriverà molte regole fiscali attualmente contenute in provvedimenti decisamente datati, andrà poi alle Camere per il parere prima del passaggio definitivo e l'entrata in vigore, già dal prossimo anno.

Il concordato preventivo consentirà ai contribuenti di accordarsi in anticipo con il fisco, per due anni, sui propri redditi. L'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione la proposta di adesione entro aprile 2024 (a regime la scadenza sarà il 15 marzo) e i contribuenti potranno aderire entro luglio 2024 e, negli anni successivi, entro giugno. L'accordo è riservato ai contribuenti con la partita Iva 'esercenti attività d'impresa, arti o professioni, sia quelli che versano le imposte a forfait, sia quelli che applicano gli indici sintetici di affidabilità.

Quanto ai “paletti”, in caso di indicazione nella dichiarazione dei redditi di dati non corrispondenti a quelli comunicati, ai fini della definizione della proposta di concordato, verrà impedito l’accesso, mentre i contribuenti sottoposti agli indici di affidabilità fiscale dovranno avere un voto alto (almeno otto) per aderire. Escluso anche chi non han presentato le dichiarazioni dei redditi o ha ricevuto condanne, ad esempio per "dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti". Sarà possibile comunque mettersi in regola ed è per questo che il governo conta di incassare 748,1 l'anno prossimo e 12,3 milioni nel 2025.

La nuova versione della delega punta sempre di più al dialogo preventivo con i contribuenti,soprattutto in fase di accertamento imponendo una sorta di dialettica obbligatoria tra amministrazione e contribuente. Più tecnologia è poi in arrivo contro l'evasione, in particolare ricorrendo all’intelligenza artificiale.

Le notifiche fiscali, comprese le contestazioni e quindi le cartelle, potranno infine essere spedite al contribuente anche al domicilio digitale. La decorrenza dei termini, per i pagamenti, la decadenza o la prescrizione, scatterà praticamente da subito, non appena il gestore della Pec comunicherà al fisco l'arrivo della notifica nella casella postale.

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