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L'outlook della settimana. Il punto al 9 gennaio 2024

Criticità geopolitiche
Alle criticità geopolitiche ed economiche ereditate dal 2023, il 2024 potrebbe essere costretto ad aggiungere la crisi di Suez dove, a causa degli attacchi dei guerriglieri Yemeniti, le grandi compagnie di navigazione stanno dirottando le loro navi provenienti dall’Asia verso la circumnavigazione del continente africano, escludendo i porti del mediterraneo dai più importanti traffici commerciali internazionali, con tutte le pesanti conseguenze economiche che ciò, alla lunga, implicherà. (QUI)

Dati confortanti
In questo contesto internazionale così difficile ed incerto, confortano alcuni degli ultimi dati di Istat. Nella pubblicazione trimestrale “Conto delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie”, troviamo che la pressione fiscale è diminuita rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e al contempo sono cresciuti reddito e potere d’acquisto delle famiglie.  E mentre l’inflazione in Europa (Eurostat), dopo una serie consecutiva di ribassi cambia rotta e torna a salire, nel nostro Paese (Istat) siamo stati più “virtuosi”:  prosegue infatti a dicembre la fase di flessione dell’inflazione, scesa a 0,6% dall’11,6% del dicembre 2022.

Lavoro
Unioncamere fornisce questa settimana numerosi aggiornamenti. Uno sulle imprese straniere, in sensibile crescita nel nostro paese; uno sulla grave crisi dell’editoria che coinvolge massicciamente i giornalai, con una perdita di 2700 edicole in quattro anni; il terzo è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal nel quale troviamo che sono oltre mezzo milione i lavoratori ricercati a gennaio dalle imprese, ma sale ad oltre il 49% la difficoltà di reperimento delle figure professionali richieste.

Ricchezza delle famiglie italiane 
Vengono pubblicate per la prima volta oggi, 8 gennaio, dalla Banca d’Italia, le statistiche sperimentali trimestrali sui conti distributivi sulla ricchezza delle famiglie italiane (Distributional Wealth Accounts, DWA), in contemporanea con l’uscita dei dati sull’area dell’euro prodotti dalla Banca Centrale Europea. Vi leggiamo, tra gli altri dati, che il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 per cento della ricchezza netta totale. I principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016. La concentrazione della ricchezza è inferiore a quella media dell’area dell’euro in Italia e in Francia ed è maggiore in Germania.

 

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