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L'outlook della settimana. Il punto al 23 gennaio 2023

Un inizio pieno di incertezze

I dati elaborati dall’Ufficio Studi Confcommercio per la sua Congiuntura, confermano che l’inizio del 2024 si conferma pieno d’incertezze. L’attività industriale ha mostrato andamenti deludenti. Secondo il direttore, Mariano Bella, “la stima della variazione del prodotto lordo nel 2023 è pari a +0,8%, con piena valorizzazione dei segnali favorevoli emersi nella parte finale dell’anno (crescita della fiducia di imprese e famiglie, tenuta dell’occupazione, sviluppo delle vendite al dettaglio in novembre, ottobre record per le presenze turistiche, conclamata sconfitta dell’inflazione)”. E sull’inflazione l’Istat conferma, nei dati definitivi di dicembre 2023, la sua fase di flessione, scesa a 0,6% da +11,6% del dicembre 2022. Questo è un dato fra i migliori in Europa (Eurostat).

Preoccupazione per le nuove tensioni internazionali

Nella sua prima Congiuntura Flash del 2024, il Centro Studi di Confindustria apre con la preoccupazione per le nuove tensioni internazionali e in particolare con i rischi per i flussi commerciali, dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez per gli attacchi del gruppo yemenita degli Houti che comunque, almeno fino ad ora non ha comportato un aumento dei prezzi di gas e petrolio. E “la crisi del Mar Rosso, per il presidente nazionale di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè, impone la ricerca di alternative via terra o ferrovia per trasportare le merci verso i Paesi del Nord Europa”. Uggè indica una soluzione ‘intermodale’ che colleghi il settore marittimo, attraverso corridoi veloci nei porti italiani, a quello terrestre dell’autotrasporto.

Attività economica debole

Pubblicato questa settimana il primo Bollettino Economico della Banca d’Italia di quest‘anno. A livello internazionale prevalgono le preoccupazioni per la situazione geopolitica instabile. Per quanto riguarda l’area dell’Euro, l’attività economica resta debole mentre il processo di disinflazione si consolida. Secondo gli analisti di Banca d’Italia, nel nostro Paese la crescita è stata pressoché nulla alla fine del 2023, frenata dall’inasprimento delle condizioni creditizie, nonché dai prezzi dell’energia ancora elevati; i consumi hanno ristagnato e gli investimenti si sono contratti. Si prevede che il PIL aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024 (rispetto allo 0,7 stimato per il 2023) e dell’1,1 per cento in ciascuno dei due anni successivi.

Nel Rapporto economico sull'Italia pubblicato oggi (22/01) dall'Ocse leggiamo che l’attività economica nel nostro Paese ha superato bene le crisi recenti; tuttavia, sta ora rallentando in un contesto di irrigidimento delle condizioni finanziarie. Al fine di garantire una crescita solida e sostenibile nel lungo periodo, l’Italia dovrebbe attuare politiche concentrate sul potenziamento del contesto imprenditoriale e della concorrenza, sul consolidamento delle finanze pubbliche e sulla promozione della transizione verde. Intervenendo in materia previdenziale, l’Istituto di Parigi suggerisce di ridurre “la generosità  delle pensioni per le famiglie a reddito più elevato” e di eliminare gradualmente i regimi di pensionamento anticipato.

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