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L'outlook della settimana. Il punto al 21 maggio 2024

La questione geopolitica che permea l’economia
Si è concluso qualche giorno fa il B7 Italy 2024 organizzato da Confindustria e guidato da Emma Marcegaglia, che ha consegnato alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni le raccomandazioni delle industrie G7 sulle principali sfide dell’agenda economica globale. “Il successo del G7 dipende dalla forza economica di tutti i suoi componenti, dalla capacità di ridurre qualunque forma di protezionismo, valorizzare i benefici del multilateralismo e far convergere le politiche industriali dei singoli Stati verso una piattaforma integrata”.  
Rimane strategica la questione geopolitica che permea l’economia. Alle tensioni geopolitiche fanno riferimento tutte le ultime e più importanti analisi economiche. Nell’introduzione alla “Revisione della Stabilità Finanziaria”, Luis de Guindos, Vicepresidente BCE, scrive che “le tensioni geopolitiche rappresentano una significativa fonte di rischio non solo per la stabilità finanziaria dell’area euro, ma anche per la stabilità finanziaria globale. L’incertezza politica rimane elevata in tutto il mondo in un anno caratterizzato da molte elezioni importanti. In un tale contesto, la possibilità di sorprese economiche e finanziarie avverse è elevata…” Si pensi anche alla grave questione Mediorientale con la crisi nel Mar Rosso e gli effetti sulle imprese italiane e sul commercio internazionale, analizzata recentemente da Allianz Trade in collaborazione con Format Research
Pur essendo cresciute negli ultimi mesi le incertezze legate al protrarsi della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e del conflitto in Medio Oriente, sono un rischio anche le generali tensioni geopolitiche: i rapporti con la Cina, la questione migranti, le prossime importantissime elezioni negli USA e nell’Unione Europea. In questo contesto, secondo le Previsioni Economiche di Primavera della Commissione Europea, dopo la generale stagnazione economica del 2023, una crescita migliore del previsto all’inizio del 2024 e l’attuale calo dell’inflazione hanno preparato il terreno per una graduale espansione dell’attività nel periodo oggetto delle previsioni. Non fa eccezione l’Italia con una graduale espansione: la crescita economica è rallentata allo 0,9 % nel 2023 ed è prevista allo 0,9 % nel 2024 e all’1,1 % nel 2025.

L’economia italiana, lenta ma in crescita e con un debito troppo alto
L’economia Italiana si è ripresa bene da pandemia e da shock energetici, ma sta rallentando, secondo la Dichiarazione Conclusiva della Missione dell’Articolo IV del Fondo Monetario Internazionale che ammonisce il nostro Paese sul debito eccessivo: “Anche se ha contribuito alla ripresa, la politica di bilancio espansiva ha mantenuto il deficit e il debito molto alti, elevando il premio di rischio dell’Italia” - ora - «è’ possibile ottenere un aggiustamento di bilancio più rapido del previsto per ridurre il debito con un elevato livello di fiducia e con costi limitati per la crescita ritirando misure di crisi inefficienti e temporanee». 

Diverse velocità
Pur in crescita nel suo complesso, la nostra economia si muove a velocità differenti: il turismo è da record, bene servizi ed export netto, ma non va bene l’industria. Lo scrive, in estrema sintesi, il Centro Studi di Confindustria nella propria 
Congiuntura Flash.

Nella Congiuntura Confcommercio, l’Ufficio Studi dell’Associazione e di categoria, evidenzia “un’Italia a due velocità”: se, da un lato, i servizi, soprattutto il turismo, confermano i positivi andamenti degli ultimi anni, dall’altro, l’industria continua a evidenziare qualche difficoltà nel lasciarsi alle spalle una lunga fase di stagnazione. Le buone performance di gran parte dei servizi, settori ad alta intensità di lavoro, hanno largamente contribuito alla progressiva crescita dell’occupazione che ha puntellato i redditi, anche nella fase di elevata inflazione. Restano deboli i consumi.

I numeri del dettaglio orafo italiano
“Se le gioiellerie non esistessero più”. “Se la comunicazione è un lusso”. L’Osservatorio sulla gioielleria Federpreziosi, condotto da Format Research, è stato la base di una serie di attente valutazioni su passato e presente del dettaglio orafo italiano. 

 

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