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L'outlook della settimana. il punto al 15 ottobre 2024

Premio Nobel per l’Economia

Oggi ci piace iniziare con la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per l'Economia 2024 a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson per i loro studi sulle istituzioni sociali e la loro influenza sulla prosperità delle nazioni. I tre economisti hanno dimostrato come le istituzioni introdotte durante la colonizzazione abbiano contribuito alle differenze di ricchezza tra i paesi. Le istituzioni inclusive, spesso introdotte in paesi poveri, hanno portato a prosperità nel lungo periodo, mentre le istituzioni estrattive, che si concentrano sullo sfruttamento delle risorse, hanno portato a povertà. Il riconoscimento ai tre economisti può essere interpretato come ammonimento ai Paesi più ricchi perché riducano le disuguaglianze. 

Crescita moderata dell’economia in un contesto di forti tensioni geopolitiche

Le prospettive per l’economia globale, scrive Banca d’Italia nel quarto Bollettino Economico di quest’anno, rimangono moderate. Permangono, infatti, elevati rischi al ribasso derivanti dalle tensioni politiche internazionali, in particolare in Medio Oriente. Nel nostro Paese poi, secondo le previsioni di Bankitalia, elaborate nell'ambito dell'esercizio coordinato dell'Eurosistema, il PIL aumenterà dello 0,6% nel 2024 (rispetto allo 0,7 stimato per il 2023) e dell'1,1% in ciascuno dei due anni successivi. L’occupazione continua ad andare bene e l’inflazione è tornata a scendere riflettendo i cali dei costi energetici. 
È in calo il volume dei prestiti bancari, pur interessati dalla diminuzione dei tassi di mercato. Secondo l’Associazione bancaria Italiana, il calo dei volumi di credito e? conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a settembre 2024

Meno disoccupazione e prezzi bassi contribuiscono a ridurre il disagio sociale

Continua ad agosto il calo del disagio sociale misurato dal Misery Index Confcommercio attestandosi a quota 9,4 rispetto al 10,2 del mese precedente, il livello più basso dall’inizio della serie storica. Riporta l’ufficio studi di Confcommercio che ciò è l’effetto della riduzione della disoccupazione estesa, scesa al 6,8%, e del rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto (1,1% dall’1,8% del mese precedente). D’altra parte, mai in Italia negli ultimi diciassette anni si era osservata inflazione attorno all’1% (0,7% a settembre) e tasso di disoccupazione estesa sotto il 7%.

Produzione industriale

Decisamente meno buono è il dato Istat sulla produzione industriale che ad agosto rimane sostanzialmente stazionario. Tra i principali raggruppamenti di industrie si rileva una dinamica mensile positiva per i beni di consumo e l’energia, mentre flettono i beni strumentali e intermedi. In particolare, le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,2%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-11,6%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,8%). Ambiti economici di cui molto si è scritto sulla stampa in questi giorni, specie per quanto riguarda il settore automotive e quello delle macchine utensili.

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