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Codice degli Appalti: le associazioni datoriali chiedono più "chiarezza" sulla rappresentanza

Confcommercio e le principali associazioni datoriali italiane, tra cui ABI, Ania, Confcooperative, Confindustria e Legacoop, hanno unito le forze per inviare una lettera congiunta alle Commissioni Ambiente e Lavoro di Camera e Senato. L’obiettivo della missiva è quello di proporre modifiche al Decreto Legislativo correttivo del "Codice degli appalti pubblici", per definire in modo più preciso e oggettivo i criteri per individuare le associazioni datoriali più rappresentative. Il documento elenca quattro parametri che, secondo i firmatari, dovrebbero guidare la valutazione della rappresentatività di un’associazione. Questi criteri sono ritenuti fondamentali per garantire che il sistema di contrattazione collettiva e la partecipazione degli organismi datoriali alle trattative siano adeguatamente rappresentativi e rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro.

1. Il primo criterio proposto riguarda la "seniority" dell’associazione, cioè la sua storia e la sua presenza consolidata nel panorama delle relazioni industriali e nella contrattazione collettiva. La proposta sottolinea l'importanza di riconoscere le associazioni con una lunga tradizione, che abbiano contribuito in modo significativo alla definizione delle politiche del lavoro, e che siano ufficialmente riconosciute anche dalle istituzioni pubbliche.

2. Un altro aspetto cruciale riguarda il numero di rapporti di lavoro regolati da un determinato contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), sia per settore produttivo che per tipologia di impresa. Questo parametro è considerato particolarmente importante per valutare la reale influenza di un’associazione sulla contrattazione collettiva, andando oltre il semplice vincolo associativo delle imprese.

3. La terza proposta è legata all’appartenenza e partecipazione dell’associazione a organismi di rappresentanza europea e internazionale. Questo elemento viene visto come una qualificazione importante, perché l'ordinamento lavoristico nazionale è fortemente influenzato dalle direttive e normative dell’Unione Europea, che regolano gran parte delle tematiche del lavoro.

4. Infine, il quarto criterio proposto riguarda l’importanza di considerare la presenza di sistemi di welfare contrattuale, come la previdenza complementare, l’assistenza sanitaria integrativa e i fondi per la formazione professionale, negli accordi sottoscritti dalle associazioni datoriali. Questi strumenti, che offrono una rete di protezione per il lavoratore, vanno oltre il semplice aspetto retributivo e contribuiscono a un welfare più strutturato e completo.

Le proposte per il decreto correttivo mirano a “individuare la contrattazione collettiva di qualità”, che possa diventare un riferimento per i contesti produttivi specifici. Questa contrattazione, oltre a trattare l’aspetto retributivo, deve includere anche tematiche più ampie come la tutela della salute, la formazione e la previdenza, come sottolineato in uno dei passaggi della lettera.

 

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