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L'outlook della settimana. Il punto al 7 febbraio 2023

Le tensioni geopolitiche
A poco meno di un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la guerra è ormai iniziata da 349 giorni, i combattimenti sono sempre più duri, con il Cremlino pronto a lanciare nuove offensive e Kiev che si prepara a resistere e invoca aiuti in armi e nuove ulteriori sanzioni economiche contro gli avversari (qui). Se tutto questo non bastasse a tenere in fibrillazione il mondo intero, il recente episodio dei palloni spia cinesi sui cieli americani ha riacuito le tensioni, già gravi, tra le due superpotenze (qui) ripercuotendosi innanzi tutto sui mercati finanziari ma portando anche all'annullamento del viaggio del segretario di Stato Antony Blinken nella Repubblica Popolare. In questo clima politico internazionale così ruvido e difficile dobbiamo leggere gli ultimi dati economici a disposizione.

FMI
Il 31 gennaio scorso il Fondo Monetario Internazionale ha fornito l’aggiornamento del World Economic Outlook che prevede che la crescita globale diminuirà nel 2023, per poi salire nel 2024. La previsione per il 2023 è di poco superiore a quella prevista nel World Economic Outlook (WEO) dell’ottobre 2022, ma inferiore la media storica (2000-19) che è del 3,8%. Su tutto questo, sottolinea il Fondo, continuano a pesare le misure anti inflazione ed il conflitto in Ucraina.

Banca d’Italia
Allo stesso modo, il Governatore della Banca d’Italia Visco, nel suo discorso all’Assiom Forex ha parlato di un’economia globale in rallentamento, dove l’incertezza resta elevata, spiegando che l’indebolimento del quadro congiunturale internazionale riflette prevalentemente le conseguenze dell’aggressione della Russia all’Ucraina e le connesse tensioni geopolitiche.

In questo scenario così complesso e denso di rischi, troviamo comunque numerosi e vari segnali positivi per la nostra economia.

S&P GLOBAL PMI®, nel suo indice composito, misura in crescita e in territorio positivo,  l’economia dell’eurozona, con valori massimi da giugno 2022. Bene anche lo S&P GLOBAL PMI® del settore terziario italiano che torna alla crescita. Così commenta Paul Smith, Economist presso S&P Global Market Intelligence: “Ad inizio anno si è registrato un gradito ritorno alla crescita dell’economia terziaria italiana. Più che lo scenario di un mite inverno e gli effetti residui del rialzo post pandemico dell’attività di mercato, i timori di recessione dovrebbero in qualche modo essere mitigati dal modesto aumento della produzione e soprattutto dal forte incremento del volume di nuovi ordini. Le aziende continuano peraltro ad aumentare i loro organici nella speranza che le condizioni del mercato continuino a stabilizzarsi”.

Anche l’indicatore €-coin di Banca d’Italia è in aumento, per il secondo mese consecutivo, riemergendo, anche se di poco, in territorio positivo a 0,06, da -0,23 di dicembre.

Nella sua Nota sulla congiuntura di febbraio, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio stima la crescita annuale del Prodotto interno lordo (Pil) al 3,8 per cento per il 2022 sulla base dei dati trimestrali disponibili e viene confermata per il 2023 allo 0,6 per cento. La crescita è marginalmente rivista al rialzo anche per il 2024 (all’1,4 per cento). 

Confcommercio, nel suo Misery Index, vede una lieve frenata anche a dicembre per il disagio sociale. L’indicatore si è attestato su un valore stimato di 17,2, in diminuzione di due decimi di punto sul mese precedente. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, "il contenuto ridimensionamento dell’area del disagio sociale è sintesi di un rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto e di una stabilizzazione della disoccupazione".

Non ultimo per importanza è il dato Istat sull’inflazione. Le stime preliminari evidenziano la netta attenuazione dell’inflazione, che a gennaio si attesta al +10,1% da +11,6% nel mese precedente (livello che comunque non si registrava da settembre 1984, quando il NIC fece segnare la medesima variazione tendenziale). Il rallentamento è spiegato in primo luogo dall’inversione di tendenza dei Beni energetici.

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