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L'outlook della settimana. Il punto al 28 marzo 2023

Previsione di lieve recessione
Sylvain Broyer, capo economista per Europa e Medio Oriente di S&P Global Ratings, commentando un comunicato dell’agenzia di rating, dove si confermano le previsioni di una lieve recessione nell’area dell’euro, ha detto: “Vediamo un elevato rischio di una lieve recessione più avanti. Abbiamo rivisto marcatamente al ribasso la nostra previsione sulla crescita 2024, al più 1% dal più 1,4%, e ci attendiamo che ci vorrà fino al 2025 prima che la crescita del PIL torni al suo potenziale”. Per quanto riguarda l’inflazione si prevede che i livelli perseguiti dalla Banca Centrale Europea, il 2%, non sarà raggiunto prima del 2025. (QUI)

Incertezza
Intervistato dal BusinessPost, Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, fornisce interessanti spunti sul panorama economico dell’Eurozona e dice:  Le nostre proiezioni di dicembre avevano incluso una recessione tecnica, con due trimestri consecutivi di crescita negativa. Ma non è più il nostro scenario di base. Allo stesso modo, nuovi indicatori e dati sull’inflazione principale erano stati abbastanza positivi da ottobre. Le proiezioni pubblicate la settimana scorsa erano più ottimiste sulla crescita e sull’inflazione. Tuttavia, i numeri sulla crescita non erano ottimi, oscillavano intorno all’1%, mentre l’inflazione era chiaramente più positiva, in particolare l’inflazione principale. La domanda ora è come gli eventi nel sistema bancario degli Stati Uniti e Credit Suisse influenzeranno l’economia della zona euro. Nelle prossime settimane e mesi, dobbiamo valutare se daranno luogo a un ulteriore irrigidimento delle condizioni di finanziamento. … Questi eventi aumentano l’incertezza… 

Crescita piatta 
Nelle sue previsioni di primavera, il Centro Studi di Confindustria parla di una crescita annua del Pil per il 2023 dello 0,4%, in linea con l’Eurozona, ma comunque migliore delle attese. Il miglioramento dello scenario CSC per il 2023, è scritto nel rapporto di previsione, è esclusivamente legato alla migliore dinamica dell’economia nella seconda metà del 2022. E così, escludendo il trascinamento, per quest’anno si conferma una crescita piatta. Nel 2024 si prevede un’ulteriore crescita del PIL del 1,2% annuo, grazie al rientro dell’inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale.

Microimprese
È stato presentato l’ultimo numero della rivista scientifica dell’Inapp. Leggiamo che il 99,4% del tessuto produttivo italiano è formato da piccole e microimprese (rispettivamente di 10-49 addetti e 0-9 addetti), che danno occupazione al 63,4% degli addetti del settore privato non agricolo. Si tratta di una particolarità italiana che si è significativamente accentuata tra gli anni Novanta e il primo decennio di questo secolo, mentre nell’ultimo decennio si è lievemente attenuata, rimanendo comunque nettamente predominante. Secondo il professor Sebastiano Fadda, la stragrande predominanza di imprese di piccole dimensioni nel sistema produttivo italiano è considerata dagli osservatori a volte come un grande elemento di debolezza, a volte come un significativo punto di forza. In realtà, mentre le nuove tecnologie consentono elevati livelli di efficienza produttiva anche su piccola scala, vari elementi organizzativi, gestionali e di sistema pongono forti limiti allo sviluppo di tutte le potenzialità proprie di questa categoria di imprese.

Acqua
La settimana scorsa è stata celebrata la giornata mondiale dell’acqua. Con l’occasione l’Istat ha presentato le sue statistiche sull’acqua per gli anni 2020 – 2022. Tra i moltissimi dati messi a disposizione troviamo che sono ancora elevate le perdite idriche nelle reti di distribuzione: nel 2020, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione, è stato il 42,2% dell’acqua immessa in rete. Un altro dato che ci ha colpito è che, sempre nel 2020, 6,7 milioni di residenti non sono allacciati alla rete fognaria pubblica.

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