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L'outlook della settimana. Il punto al 5 settembre 2023

Lo scontro dei mari e la rotazione dei venti possono portare nuove sfide feroci anche ai marinai più esperti e resistenti. Questo mi ricorda gli ultimi tre anni turbolenti con la pandemia COVID-19, la guerra della Russia in Ucraina e una serie di eventi meteorologici estremi. I mercati emergenti hanno dimostrato di essere abili marinai in acque agitate, ma vediamo altre onde in arrivo”. Parole dal discorso del Primo Vice Direttore Generale Gita Gopinath alla Conferenza Biennale della South African Reserve Bank. Parole pensate per i paesi emergenti ma che possono essere valide per ogni nazione che, nei mesi e negli anni appena trascorsi, abbia dovuto affrontare tali shock. Non siamo ancora usciti, globalmente, da uno dei periodi più difficili degli ultimi anni e l’orizzonte è ancora carico di sfide.

Negli Stati Uniti ed in Europa, pur per ragioni diverse, l’inflazione è cresciuta troppo ed ha portato le banche centrali, FED e BCE ad una politica rigida di rialzo dei tassi. Oggi la situazione appare migliore ma nel Vecchio continente l’inflazione sta scemando più lentamente che negli USA. Ora le Autorità monetarie dovranno decidere. In Europa, le prossime decisioni di politica monetaria saranno comunicate il 14 settembre, ma finora non si hanno certezze su ciò che accadrà, neanche oggi, dopo che la presidente Lagarde ha tenuto l’atteso discorso dedicato alla comunicazione e alla politica monetaria, dal quale l’indicazione più diretta sui prossimi passi viene dal ribadire l’importanza del concetto che “il riuscire a trasmettere la nostra determinazione a riportare la crescita dell’inflazione al target del 2% nel medio termine è vitale per impedire il presentarsi di dinamiche inflazionistiche che si auto-avverino”.
Se l’inflazione preoccupa, certamente preoccupa anche il rallentamento dell’economia, specie in Italia, dove, in modo inaspettato, almeno dai più, l'andamento del Pil italiano nel secondo trimestre, è sato rivisto a -0,4% dall'Istat. La stima completa dei conti economici trimestrali – commenta l’Istituto di statistica - conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4%, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. 
Ad agosto è stato pubblicato da Istat anche l’ultimo dato sulla fiducia di consumatori e imprese, per entrambe le categorie vista al ribasso. Un dato sintomo della situazione di incertezza che vede, nonostante tutto, le imprese italiane resistere, come mostrano i dati sul lavoro. Infatti, anche se a luglio 2023, dopo sette mesi di crescita, l’occupazione diminuisce di 73 mila unità rispetto al mese precedente (Istat)i dati del  Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal, mostrano che sono 531mila le assunzioni previste dalle imprese a settembre. In crescita la domanda per servizi alle persone e logistica, mentre aumenta l’incertezza per commercio e turismo. Permane, come già abbiamo visto nei mesi scorsi, la difficoltà di reperimento di molte delle figure lavorative richieste. Le imprese segnalano problemi a trovare personale per il 48% delle assunzioni programmate, dato che si riassume in oltre 252mila assunzioni che non potranno essere fatte a settembre. 
Inoltre, seppure in leggera attenuazione rispetto al mese precedente, scrive Istat, prosegue a giugno la crescita congiunturale del fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali. Si registra un incremento delle vendite sul mercato interno, ma calano in misura marcata quelle verso i clienti esteri.

 L’indagine che Format Research ha realizzato per 50&Più sull’accesso alla sanità degli over 50, mediante l’analisi di un campione rappresentativo di 1.000 persone, dipinge un quadro dettagliato, preciso, della situazione attuale. Sotto la lente d’ingrandimento c’è la percezione (e la vita reale) degli italiani over 50 verso i servizi sanitari, argomento spesso divisivo, soprattutto a livello geografico e di reddito. Ne risulta un’indagine particolarmente importante anche perché viene dopo che è passata l’onda d’urto del Covid.19, quando, ricorda nel suo editoriale Anna Grazia Concilio, Direttrice responsabile 50&Più, la frase che più abbiamo ascoltato dai tg nazionali, quando arrivava la conta dei morti, era: "Ora più che mai è necessario ripensare alla sanità pubblica". Cos’è cambiato? SERVIZI, PRESIDI E NUMERI: ECCO LO STATO DI SALUTE DELLA NOSTRA SANITÀ

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