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L'outlook della settimana. Il punto al 6 febbraio 2024

Crescita globale resiliente

Nonostante i conflitti e le molteplici tensioni geopolitiche a livello globale, il Fondo Monetario Internazionale, nel suo Aggiornamento al World Economic Outlook, gennaio 2024, mostra ottimismo e prevede una crescita al 3,1% nel 2024 e al 3,2% nel 2025. Ciò è grazie ad una “resilienza maggiore del previsto negli Stati Uniti e in diverse grandi economie emergenti e in via di sviluppo, oltre al sostegno fiscale in Cina”.  Per l’Italia, l’FMI stima il Pil per il 2023 a 0,7%. Le proiezioni per il 2024 e 2025 sono rispettivamente a 0,7% e 1,1%.
Osservazioni simili le possiamo leggere nel Rapporto Intermedio di febbraio dell’Economic Outlook a cura dell’OCSE: “La crescita globale si è dimostrata sorprendentemente resiliente nel 2023, con il calo dei prezzi dell’energia e l’attenuazione delle pressioni sulla catena di approvvigionamento che hanno aiutato l’inflazione a scendere più rapidamente del previsto”. Per quanto riguarda il nostro paese, l’istituto di Parigi riporta che le proiezioni per il Pil italiano sono allo 0,7 per il 2024 e a 1,2 per il 2025, uno 0,1 in più per il 2025 rispetto alla stima FMI.

Spagna e Italia meglio di Germania e Francia

È particolarmente interessante, ed aiuta a meglio comprendere la situazione economica europea, l’indice HCOB PMI®Composito dell’Eurozona, pubblicato questa mattina. L’eurozona, leggiamo, registra la più debole contrazione da luglio 2023: Indice HCOB PMI della Produzione Composita dell’Eurozona, che consiste in una media ponderata dell’Indice HCOB PMI della Produzione Manifatturiera e dell’Indice HCOB PMI dell’Attività Terziaria, a gennaio è salito al valore più alto in sei mesi di 47.9, da 47.6 di dicembre. Ancora inferiore alla soglia critica di 50.0. Nel comunicato viene anche riportata la classifica nazionale dell’Indice PMI della Produzione Composita di Gennaio che vede ai primi posti la Spagna con 51.5 (massimo in 6 mesi) e l’Italia a 50.7 (massimo in 8 mesi), mentre la Germania è a 47.0 (minimo in 3 mesi) e la Francia 44.6 (minimo in 2 mesi). L’Europa appare divisa ancora una volta tra Nord e Sud, soltanto che ora, la situazione che vede il Sud come “anello debole” è ribaltata. 

In Italia

In settimana è stata presentata anche la Nota sulla congiuntura di febbraio l’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) che aggiorna le previsioni macroeconomiche nel periodo 2023-25. La stima dell’UPB sulla variazione annuale del PIL si attesta allo 0,8 per cento per il 2024 e all’1,1 per cento per il 2025. Inoltre, leggiamo, continua il trend di riassorbimento dell’inflazione e di tenuta del mercato del lavoro. 

Su lavoro e inflazione abbiamo questa settimana le statistiche Istat. Per quanto riguarda il lavoro, a dicembre 2023 prosegue la crescita dell’occupazione. Su base mensile, il tasso di occupazione e quello di inattività salgono al 61,9% e al 33,2%, rispettivamente, mentre il tasso di disoccupazione scende al 7,2%. L’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023.

Bene il Misery Index di Confcommercio, l’indice che misura l’andamento del disagio sociale, si è attestato a 13,1, in riduzione di mezzo decimo di punto su novembre. Il calo registrato nell’ultimo mese è dovuto al rallentamento dell’inflazione e a una lieve diminuzione della disoccupazione estesa.

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