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Agosto 28, 2024
Analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio: nel 2024 aumenta la quota (41,8%) sul totale delle spese. Sono oltre 9mila gli euro che se ne vanno per il complesso delle spese obbligate. Sangalli: "Ridurre in modo strutturale il carico fiscale".
Continua a crescere l'incidenza delle spese obbligate sui bilanci familiari: secondo un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, per il 2024 la quota di queste spese sul totale dei consumi delle famiglie sfiora il 42%, con un incremento di oltre 5 punti dal 1995 ad oggi. Su un totale di circa 21.800 euro pro capite di consumi all’anno, oltre 9mila euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate (348 euro in più rispetto al 2019); tra queste spese, a farla da padrone è la voce abitazione (4.830 euro), al cui interno un peso rilevante – anche se costantemente in calo dal 1995 ad oggi - viene dall’aggregato energia, gas e carburanti con 1.721 euro; ad amplificare la dimensione e, quindi, il peso delle spese obbligate è anche la dinamica dei prezzi che mostra una notevole difformità rispetto a quella degli altri beni e servizi: tra il 1995 e il 2024, infatti, l’indice di prezzo degli obbligati (+122,7%) è cresciuto più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55,6%), dinamica influenzata anche da un deficit di concorrenza tra le imprese fornitrici di beni e servizi obbligati.
Commentando l'analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio, il presidente Sangalli ha sottolineato che "le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi". "Consumi - ha aggiunto Sangalli - che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale”.
Per altre indagini sui consumi in Italia non perderti anche l'approfondimento dell'Ufficio Studi sul cambiamento delle abitudini negli acquisti che hanno caratterizzato le famiglie italiane negli ultimi trent'anni, oltre alla consueta analisi dell'Indicatore consumi Confcommercio (ICC).
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