Settembre 24, 2024
Il concetto di incertezza e la gestione dei rischi, anche ambientali
Il concetto di incertezza è da tempo centrale nelle analisi e nei commenti economici più autorevoli. Nel discorso di Christine Lagarde, Presidente della BCE, durante la “Camdessus Lecture” del Fondo Monetario Internazionale a Washington di venerdì scorso, si evidenzia come le banche centrali, pur essendo dotate di strumenti potenti, operino in un contesto economico in continua evoluzione, rendendo più difficile e quindi incerto prevedere l’efficacia della politica monetaria. Questo fenomeno è accentuato dai tempi di risposta variabili delle politiche sui tassi di interesse, che richiedono fino a 24 mesi per produrre effetti significativi su economia e inflazione.
Proprio in questo contesto di incertezza e trasformazione economica, anche il rischio climatico gioca un ruolo sempre più rilevante. A tal proposito, Frank Elderson, membro del Comitato esecutivo della BCE, ha evidenziato come una corretta gestione dei dati ambientali sia essenziale per affrontare le sfide future. Alla conferenza della Banca centrale sulle buone pratiche nel settore immobiliare per i dati climatici, Elderson mette in guardia sulla necessità di prendere decisioni basate su dati affidabili e di qualità, per una sana gestione del rischio climatico da parte degli istituti di credito. Dei rischi del cambiamento climatico e della loro universalità, ha parlato anche la Presidente ANIA Maria Bianca Farina all’High-Level Insurance Conference a Roma, dove, dopo aver espresso solidarietà e sostegno alla popolazione dell’Emilia-Romagna e delle Marche che sta soffrendo le conseguenze del maltempo, ha spiegato come, nonostante aumenti la frequenza e la severità degli eventi naturali estremi, molti Paesi sono ancora impreparati a gestire queste calamità. In Italia solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 5% delle imprese ha una polizza per gli stessi rischi. La copertura obbligatoria contro i danni catastrofali (prevista dalla Legge di Bilancio 2024) per tutte le imprese è un passo fondamentale.
Economia del Mezzogiorno, incertezza come occasione
E per una migliore e più completa comprensione dell’economia italiana è di particolare interesse l’intervento del Governatore della Banca d’Italia Panetta del 19 settembre a Catania, sul Mezzogiorno: Eppur si muove: l’economia del Mezzogiorno dopo la crisi. “Dell'economia dell'Italia non si può parlare senza parlare di un pezzo così importante come il Mezzogiorno - ha detto Panetta, ricordando che purtroppo, “da decenni il PIL pro capite nelle regioni meridionali è poco più della metà di quello del Centro Nord. Un divario di sviluppo così ampio e persistente rappresenta un primato negativo tra le economie avanzate, cristallizza una disuguaglianza di fatto nei diritti di cittadinanza e frena la crescita dell’intero Paese. Il divario territoriale non può essere colmato con misure assistenziali e una mera azione redistributiva, ma richiede politiche per stimolare lo sviluppo delle regioni meridionali”. Ma uno degli spunti più interessanti è nel passaggio in cui sostiene che “la fase di incertezza globale che stiamo attraversando può offrire occasioni di sviluppo alle regioni del Mezzogiorno. Gli shock geopolitici hanno reso palesi i rischi della delocalizzazione produttiva. Le imprese dei principali paesi pongono enfasi maggiore che in passato sulla sicurezza degli investimenti e delle forniture di input strategici, in particolare l'energia. Emerge la tendenza a collocare le attività produttive entro i confini nazionali o in paesi affidabili sul piano economico e politico”.
Si parla di stagnazione
Notizia di questa mattina, che certo non fa piacere, è che l’indice destagionalizzato HCOB Flash PMI Composito della Produzione dell’Eurozona, calcolato sulla base dell’85% circa delle risposte solitamente raccolte dall’indagine e redatto da S&P Global, è sceso al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0, posizionandosi a settembre su 48.9 da 51.0 di agosto. Erano sette mesi che l’Indice rimaneva in zona positiva, sopra i 50.0. Questa negativa performance, nel commento del Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, indicherebbe che “L’eurozona si sta dirigendo verso la stagnazione. Dopo l’effetto dei giochi olimpici che ha temporaneamente stimolato la Francia, economia di rilievo dell’eurozona, il PMI Composito di settembre ha registrato il calo più elevato degli ultimi 15 mesi”.
Nel nostro Paese, l’Ufficio Studi Confcommercio stima una crescita nulla del Pil nel terzo trimestre, corrispondente a una crescita dello 0,6%rispetto a un anno prima. “Questa valutazione – ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella – sempre basata su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario è sintesi di una riduzione a luglio, lievemente superiore alle nostre stime preliminari anche per un andamento del turismo meno favorevole, e di un modesto recupero ad agosto, a cui è seguita una stagnazione a settembre”. … “non mancano, comunque, alcuni elementi molto positivi, dall’evoluzione dei quali dipenderà il raggiungimento o meno di buone performance per l’anno in corso”. Si pensi al mercato del lavoro, per il quale ulteriori dati confortanti giungono dall’INPS, e all’inflazione contenuta.
Musica ed economia
C’è in Italia un settore estremamente importante e con una tradizione straordinaria: è quello osservato da Dismamusica, aderente a Confcommercio, nell’indagine, realizzata con Format Research, sul mercato degli strumenti musicali in Italia (dati 2023) e sui consumatori italiani. È stimolante sapere che i dati globali sulla “economia della musica” evidenziano il ruolo fondamentale del mercato degli strumenti musicali, considerando che per ogni euro generato dalla loro vendita o dal noleggio ne vengono prodotti altri 9 dall’indotto, evidenziando un fattore moltiplicativo notevole.
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