Febbraio 4, 2025
“Non ci sono vincitori nella guerra dei dazi, chi se la ride è la Cina”
Le mosse del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump animano i dibattiti economici. Quella che si sta profilando, è già definita sulle pagine dei quotidiani come “guerra commerciale” o “guerra dei dazi”. Ma in guerra, si sa, alla fine tutti hanno qualcosa da perdere e allora torna prepotente alla memoria Sun Tzu e il suo, antico ma sempre attuale trattato L’Arte della Guerra, la cui prima regola è evitare di combattere. Si usi piuttosto la diplomazia e ogni tipo di strategia e alleanza. La guerra deve essere soltanto l’ultima opzione e ciò vale anche per una “guerra commerciale”. Il commercio internazionale europeo risentirebbe pesantemente di eventuali dazi USA e i leader del Vecchio Continente, riuniti oggi a Bruxelles per un vertice sulla Difesa, non hanno potuto evitare di affrontare l’argomento. “Non ci sono vincitori nella guerra dei dazi, chi se la ride è la Cina”, ha dichiarato saggiamente l’alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas.
Un’Europa più forte
Oppure, questa può essere l’occasione per mostrare coesione e forza. La Presidente della commissione Europea, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde, Governatrice della Banca Centrale Europea, in un testo pubblicato sul sito della BCE, scrivono che le prospettive per il nostro continente sono migliori di quanto si possa pensare e l’Europa ha punti di forza sui quali si può contare: solidi fondamentali economici, istituzioni governate dallo stato di diritto e una banca centrale indipendente impegnata nella stabilità dei prezzi. L’Europa ha anche gli ingredienti necessari per recuperare terreno nella corsa tecnologica. … Le aziende e le famiglie vogliono vedere azioni concrete, e un’ondata di azioni è in arrivo. Non possiamo più sprecare i nostri punti di forza con handicap autoimposti. C’è troppo in gioco. Siamo pronti a fare tutto il necessario per riportare l’Europa sulla giusta strada.
Intanto, giovedì scorso, 30 gennaio, la BCE ha ridotto di ulteriori 25 punti base i tassi di interesse. Tutte le recenti riduzioni stanno rendendo, gradualmente, meno onerosi i nuovi prestiti a famiglie e imprese. L’economia sta ancora affrontando circostanze avverse, ma l’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbero sostenere una crescita della domanda nel corso del tempo.
In Italia migliorano retribuzioni e fiducia …
Tra i molti dati Istat pubblicati questa settimana, la Statistica sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali mostra come in concomitanza con una crescita molto debole dei prezzi, le retribuzioni contrattuali, dopo due anni di marcato arretramento in termini reali, fanno registrare un primo sensibile miglioramento. Sono buoni anche i dati sulla fiducia: il clima di fiducia dei consumatori torna ad aumentare dopo tre mesi consecutivi di calo: la dinamica positiva dell’indice è la sintesi di valutazioni complessivamente in miglioramento specialmente sulla situazione economica generale e su quella futura; le opinioni sul quadro personale e quello corrente sono improntate ad un più cauto ottimismo. Ed anche l’indice di fiducia delle imprese aumenta per il secondo mese consecutivo riportandosi per la prima volta sul livello stimato ad aprile 2024. L’aumento dell’indicatore è trainato dal comparto manifatturiero e, soprattutto, da quello delle costruzioni.
…ma è in lieve risalita l’inflazione
Un dato meno positivo è quello di oggi sull’andamento dei prezzi che porta l’inflazione lievemente più in alto dal mese scorso, passando dall’1,3% all’1,5% di gennaio. Tale andamento è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi energetici, specie della componente regolamentata (che includono le tariffe per l’energia elettrica nel mercato tutelato e per il gas di rete per uso domestico). Il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, ha sottolineato che "la risalita dell’inflazione rilevata a gennaio, seppure evidenzi un profilo di crescita superiore alle nostre stime (1,5% contro la previsione di 1,2%), non desta, al momento, particolari preoccupazioni. L’inflazione di fondo si conferma, infatti, sui valori degli ultimi mesi al di sotto del valore soglia del 2% indicato dalla BCE. Il dato italiano, seppure in accelerazione, rimane nettamente al di sotto della media dell’eurozona (+2,5% tendenziale anch’esso in lieve aumento) e si conferma tra i più contenuti dell’area".
Migliorano le aspettative delle grandi imprese industriali
Pubblicata anche la rilevazione di gennaio, Indagine Rapida CSC sull’Attività delle Grandi Imprese Industriali, che segnala un miglioramento delle aspettative tra le associate a Confindustria. Più di un quarto delle imprese intervistate prevede una espansione della produzione industriale rispetto all’ultimo quarto del 2024. La maggioranza delle imprese continua a stimare una produzione stabile e solo l’11,4% degli intervistati anticipa una contrazione sia essa significativa o moderata.
Meno buoni i numeri sul manifatturiero di Eurozona e Italia secondo i dati HCOB PMI® di gennaio che sono, pur se in lieve miglioramento a livello continentale e stazionari per l’Italia, ben al di sotto della soglia critica di 50.0, che separa il miglioramento dal deterioramento.
PER INFORMAZIONI:
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