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L'outlook della settimana. il punto al 25 marzo 2025

Ripresa salariale globale, ma Italia ancora in affanno

Il Rapporto mondiale sui salari 2024–25 dell’ILO segnala una moderata ripresa globale dopo il biennio negativo 2022-2023, ma per l’Italia la situazione resta preoccupante, con livelli salariali reali ancora inferiori rispetto al 2008. Restando in tema occupazione, le prospettive sul mercato del lavoro italiano vengono approfondite nel libro "Verso la piena sottoccupazione", di Raffaele Brancati e Calo Carboni, di cui abbiamo assistito alla presentazione giovedì scorso a Roma, presso sede di Unioncamere a Piazza Sallustio. Nel volume, il cui titolo dice già molto, non si intende proporre soluzioni, piuttosto vengono fornite una gran quantità di informazioni e dati che invitano a moderare l’ottimismo: malgrado i dati ISTAT mostrino livelli occupazionali record, persistono criticità strutturali e qualitative nell’impiego.
Nonostante ciò, emergono segnali positivi dal quadro congiunturale italiano delineato dall’Ufficio Studi di Confcommercio: l’inflazione è in calo, attestandosi all’1,6% a febbraio, e il PIL del primo trimestre cresce dello 0,4%. Per le dinamiche dei consumi si distingue l’andamento positivo di abbigliamento e calzature, trainati da occupazione stabile e rilancio turistico. Tuttavia, i consumi non crescono come previsto, con una contrazione per i beni alimentari e i trasporti. E si acuisce anche la crisi dell’automotive.

Euro digitale e ripresa della produzione europea

Nel contesto europeo, l'euro digitale promosso dalla BCE si profila come una soluzione strategica per ridurre la dipendenza esterna nei pagamenti quotidiani, come spiega in una interessante intervista Pero Cipollone, membro del comitato esecutivo della BCE. Parallelamente, i dati HCOB PMI®FLASH confermano una timida ma continua espansione della produzione dell’eurozona, con il settore manifatturiero ai massimi degli ultimi 34 mesi.

Desertificazione dei centri urbani e dinamiche commerciali

Il tessuto commerciale nazionale manifesta preoccupazioni significative: secondo un’analisi sull’evoluzione delle attività commerciali, presentata da Confcommercio, tra il 2012 e il 2024 quasi 118mila esercizi commerciali hanno chiuso, con crescenti disparità fra periferie e centri storici. Questi ultimi risultano particolarmente penalizzati dalla desertificazione commerciale, che vede un progressivo svuotamento delle attività tradizionali, sostituite solo parzialmente da servizi di alloggio e ristorazione. Tuttavia, un’Italia che negli ultimi dieci anni ha visto contrarsi il proprio tessuto imprenditoriale, la presenza di attività straniere, certificata da Unioncamere, è in decisa crescita (+140mila in 10 anni), offrendo resilienza e dinamicità economica.

Debito globale e protezionismo: sfide future

Infine, allargando lo sguardo al contesto globale, vediamo che resta segnato da un debito in continua espansione, come evidenziato dall’OCSE. E mentre l’ISTAT, nel Rapporto sulla competitività dei settori produttivi, sottolinea che la svolta protezionistica USA potrebbe impattare negativamente sull’export italiano, l’Europa guarda con preoccupazione al possibile impatto delle misure tariffarie USA, stimato dalla BCE in una perdita dello 0,3% del PIL, come ha spiegato qualche giorno fa Christine Lagarde in audizione al Parlamento Europeo a Bruxelles.

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