Maggio 6, 2025
Politiche protezionistiche e tensioni commerciali globali
Le economie globali affrontano oggi una delicata fase segnata da crescenti tensioni commerciali, con un ritorno di politiche protezionistiche che rischiano di compromettere la prosperità raggiunta grazie all'apertura dei mercati. Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, ha recentemente sottolineato come queste politiche possano indebolire gravemente la crescita globale, mettendo a rischio decenni di progresso nel contrasto alla povertà. Le recenti misure degli Stati Uniti con nuovi dazi hanno già generato tensioni sui mercati finanziari internazionali, aumentando l'incertezza e frenando le aspettative di crescita mondiale. Unioncamere rileva, infatti, come molte imprese italiane si stiano attrezzando per fronteggiare tali effetti negativi diversificando i propri mercati.
Inflazione stabile, cala la fiducia
Nonostante ciò, nell'area euro prosegue una lenta ma costante disinflazione, come confermato dall’ultimo Bollettino BCE, con l'inflazione generale stabile al 2,2% secondo Eurostat. Anche in Italia, secondo Istat, l'inflazione registra un lieve aumento, attestandosi al 2% ad aprile, alimentata soprattutto dai prezzi energetici, mentre l'indicatore €-coin della Banca d’Italia rimane stabile, riflettendo una ripresa della produzione industriale compensata però dal calo della fiducia di imprese e famiglie. In particolare, la fiducia delle imprese, scrive Istat, diminuendo per il terzo mese consecutivo si porta al valore più basso da marzo 2021.
Crescita economica moderata, segnali negativi dalle imprese
L'Italia presenta un quadro economico misto, con una crescita del PIL dello 0,3% nel primo trimestre (Istat), sostenuta da agricoltura e industria, mentre il terziario risulta stabile. Tuttavia, segnali negativi emergono dalle imprese, con il fatturato industriale in calo (ancora Istat) e le aspettative delle grandi imprese, monitorate dal Centro Studi di Confindustria, in peggioramento ad aprile.
Occupazione e retribuzioni
Sul fronte occupazionale, la disoccupazione nell'area euro, scrive Eurostat, resta stabile al 6,2%, con una leggera riduzione rispetto all’anno precedente. In Italia, tuttavia, secondo la “Statistica f!ash” di Istat Occupati e Disoccupati, l'occupazione mostra dinamiche contrastanti: diminuisce per i più giovani mentre va meglio per i cinquantenni, ma preoccupano l'aumento dell'inattività e della disoccupazione nella fascia d'età 25-34 anni. Appare evidente dai dati, come la classe dei lavoratori italiani stia progressivamente invecchiando. Inoltre, le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025, commenta Istat nella “Statistica f!ash” Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali, sono ancora inferiori di circa l’otto per cento rispetto a quelle di gennaio 2021.
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