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L'outlook della settimana. Il punto al 31 gennaio 2023

Incertezza
Viviamo, già da tempo, un prolungato periodo di incertezza. Lo spiega bene l’analisi del Fondo Monetario Internazionale con il suo World Uncertainty Index, mostrando come, dalla  Brexit e dalle tensioni commerciali USA-Cina alla pandemia e alla guerra in Ucraina, si stiano succedendo da anni continui shock che hanno alzato in maniera eccezionalmente elevato il clima di incertezza. Questa ha un impatto negativo sulle decisioni dei singoli e delle imprese, con risvolti importanti su consumi e produzione, incidendo in modo significativo sulla crescita generale e sulla stabilità finanziaria.

Il lavoro
Il bilancio del 2022, secondo i dati di Anpal, Banca d’Italia e Ministero del Lavoro, è ampiamente positivo, ma si conferma il rallentamento del mercato del lavoro a fine anno. Nel 2022 sono state create circa 380.000 posizioni lavorative (al netto delle cessazioni), un valore superiore a quello registrato nel 2019, prima dell’emergenza sanitaria. L’incremento della domanda di lavoro è rimasto sostenuto fino all’inizio dell’estate, riportando l’occupazione sul sentiero di crescita pre-pandemico.

La fiducia
Migliora la fiducia dell’economia nell’Euro Zona nel mese di gennaio 2023: l’indice che misura il sentiment complessivo è aumentato a 99,9 punti, rispetto ai 97,1 punti del mese precedente, secondo i dati diffusi dalla Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione Europea. In Italia, secondo l’ultima rilevazione Istat, il clima di fiducia delle imprese aumenta per il terzo mese consecutivo. L’aumento è trainato dai servizi e dall’industria. Viceversa, per i consumatori la fiducia torna a scendere dopo due mesi di crescita. Ciò è dovuto principalmente all’evoluzione negativa delle opinioni sulla situazione personale, scrive l’Istituto di statistica. Nel commentare questi dati, l’Ufficio Studi di Confcommercio, sottolinea quanto questi lancino segnali contrastanti: se da un lato lascia ben sperare il sentiment degli imprenditori, una possibile fase recessiva sarebbe innescata dalla frenata dei consumi, come confermato oggi dalla riduzione della fiducia delle famiglie, le cui conseguenze già si leggono nel deterioramento della fiducia presso le imprese del commercio al dettaglio.

Balzo in avanti dei prezzi alla produzione dell’industria 
A dicembre, stima l’Istat, i prezzi alla produzione dell’industria si confermano in aumento su base mensile e in accelerazione su base annua, spinti in particolare dai rialzi dei prezzi di fornitura di energia elettrica sul mercato interno. Nella media del 2022 i prezzi segnano una crescita del 34,4%, la più alta dal 2000, ossia da quando è disponibile la serie storica dell’indice per il mercato totale. A contribuire sono principalmente le dinamiche rilevate sul mercato interno, condizionate dall’andamento dei prezzi dei prodotti energetici. Al netto di questi prodotti, la crescita media annua dei prezzi sul mercato interno è del 12,8%. Per le costruzioni, la crescita in media d’anno dei prezzi nel 2022 è più che raddoppiata rispetto a quella del 2021 e riflette soprattutto l’aumento dei costi dei materiali.

 Trasporti e logistica
Si è svolto a Roma il Convegno di Conftrasporto-Confcommercio “Le sfide per la crescita: il futuro dei trasporti e della logistica tra la svolta sostenibile e nuove tasse all’orizzonte”. I dati presentati nello studio tracciano il peso del Settore nell’economia nazionale. L’80% delle merci in Italia viaggia su gomma, mentre attraverso il trasporto marittimo passano il 60% delle nostre importazioni e il 50% delle esportazioni (per quantità). Sui valori della merce trasportata dominano i valichi alpini, con una quota di oltre il 50% delle importazioni e del 60% delle esportazioni (ma le limitazioni dell’Austria al Brennero procurano un danno all’Italia di 370 milioni di euro all’anno per ogni ora di ritardo nell’attraversamento).

Osservatorio Federpreziosi 2022-2023
Il sondaggio d’opinione realizzato da Format Research per Federpreziosi, presentato a VicenzaOro, fa un’analisi delle tendenze di acquisto da parte dei consumatori in tema di gioielli, ma anche sui canali e sulle motivazioni preferenziali di acquisto tra on-line e offline. Tra i dati emerge che il 91,8% dei consumatori italiani ha acquistato il gioiello in gioielleria (si intende nel negozio fisico della gioielleria) e l’8,2% online. La figura del gioielliere è dunque ancora fondamentale, anche nel rapporto umano e professionale: si noti che il 45 % dei gioielli venduti sono acquistati esclusivamente grazie al consiglio del gioielliere.

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