Segnali positivi da occupazione, inflazione e Pil
La gran parte delle numerose news economiche di questa settimana sono di fonte Istat e, nel complesso, riportano dati fondamentalmente positivi, a cominciare dall’occupazione che è ancora in rialzo e, rispetto al mese precedente, l’aumento riguarda i soli dipendenti permanenti, che superano i 15 milioni 700 mila. Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 694mila e registra, rispetto a ottobre 2022, un aumento di 455 mila dipendenti permanenti e di 66 mila autonomi. Questi numeri, certamente buoni, non devono però lasciarci completamente soddisfatti, infatti secondo la più recente stima Eurostat il tasso di disoccupazione italiano è al 7,8%, superiore a quello dell’Area Euro (6,5%) e uno dei più alti dei paesi europei, dietro soltanto a Spagna e Grecia.
Davvero molto buono, superiore alle aspettative, è il dato Istat sull’inflazione che, nel mese di novembre, scende in Italia a 0,8%, valore che non si registrava da marzo 2021. In Europa (Eurostat) l’inflazione scende al 2,4%.
Questi risultati non debbono comunque far abbassare la guardia: secondo il Governatore di Banca d’Italia, Fabio Panetta,“i rischi per la stabilita? dei prezzi non sono svaniti”. Ma Panetta aggiunge anche, durante il suo intervento del 30 novembre al Convegno Iccrea sul Gruppo Bancario Cooperativo, che “l’attuale livello dei tassi ufficiali e? adeguato a riportare la dinamica dei prezzi all’obiettivo del 2 per cento”. Ammonendo, poi che “la restrizione attuata dalla BCE continuera? a dispiegare i suoi effetti nei prossimi mesi; il suo impatto sulla domanda potrebbe risultare ben piu? forte di quanto era stato previsto, anche in relazione alla riduzione dell’offerta di liquidita?”.
La stima completa dei conti economici trimestrali (Istat) fa registrare una crescita del Pil dello 0,1% in termini sia congiunturali, sia tendenziali. È una revisione al rialzo rispetto alla stima preliminare diffusa a fine ottobre, quando il tasso di crescita era risultato nullo.
L’importanza del PNRR per la crescita del nostro Paese
Nel suo Economic Outlook di novembre, l’OCSE scrive che se la crescita del PIL è stata finora più forte del previsto nel 2023, ora si sta moderando a causa delle condizioni finanziarie più restrittive, della debole crescita del commercio e del calo della fiducia delle imprese e dei consumatori. La crescita globale del 2,9% quest’anno dovrebbe scendere leggermente al 2,7% nel 2024. Per quanto riguarda il nostro Paese, l’Istituto di Parigi sostiene che, il principale rischio al ribasso è un inasprimento delle condizioni finanziarie maggiore del previsto a causa della politica monetaria più restrittiva dell’area euro, o di un aumento del premio per il rischio sui titoli di Stato italiani. D’altro canto, una significativa ripresa degli investimenti pubblici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) potrebbe stimolare la crescita nel 2024 e nel 2025.
Le imprese dei servizi professionali alle imprese
In sintonia con quanto riportato da Istat nella sua rilevazione su Fiducia di imprese e consumatori, troviamo, nell’ultimo Asseprim Focus, realizzato con Format Research, che cala il clima di fiducia delle imprese dei servizi professionali rispetto al sistema Paese, tornando ai livelli di 12 mesi fa. L’outlook previsionale è in ulteriore calo. Nel loro complesso, comunque, i risultati dell’Asseprim Focus, come ha sottolineato il Presidente Umberto Bellini, “ci restituiscono un settore in salute, in buona salute ma con davvero tante sfide davanti … la nostra capacità di adattamento e di gestire queste sfide definirà il nostro successo futuro”.
Quasi mezzo milione i professionisti non iscritti a Ordini
Si è svolto il 29 novembre scorso il convegno di Confcommercio Professioni con la presentazione dell’Osservatorio sui professionisti non ordinistici 2023, realizzato con Format Research dal qiuale risulta che sono quasi mezzo milione i professionisti che in Italia non sono iscritti a Ordini, e sono in continuo aumento (intorno ad un più 4% rispetto al periodo pre-Covid). Il 53,5% sono uomini, mentre il restante 46,5% donne. 6 su 10 hanno una laurea o un diploma. Nel suo intervento al convegno, il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: “Quello delle professioni non ordinistiche è un settore peculiare ma anche interconnesso al lavoro delle nostre imprese” - “l’iscrizione dei professionisti alle Camere di Commercio sarebbe un vantaggio per tutti: per i professionisti che vedrebbero riconosciuta la loro cittadinanza economica e per Confcommercio perché permetterebbe di pesare meglio la nostra reale rappresentanza o meglio la nostra rappresentatività”.