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L'outlook della settimana. Il punto della situazione al 1 aprile 2025

Una situazione complessa 

La situazione economica del Paese appare complessa e caratterizzata da segnali contrastanti. Sul fronte demografico, gli ultimi dati Istat mostrano che la crescita della speranza di vita (83,4 anni nel 2024) si accompagna al persistente calo della natalità, scesa a 1,18 figli per donna con appena 370mila nascite, dati che indicano una popolazione sempre più anziana e un aumento della pressione sui sistemi previdenziali. Tuttavia, il mercato del lavoro, secondo l’ultimo Osservatorio Inps, segnala una dinamica positiva, con un incremento netto di 375.000 posizioni lavorative nel settore privato, trainato principalmente da contratti stabili a tempo indeterminato (+315.000 unità). Questo scenario suggerisce una stabilizzazione occupazionale che, tuttavia, dovrà affrontare le sfide di una forza lavoro, spesso fragile, che invecchia rapidamente.

Miglioramenti per le imprese e preoccupazione per i dazi

Nel contesto produttivo e commerciale, le imprese mostrano segnali di ripresa. L’Indagine Rapida del Centro Studi Confindustria sull’Attività delle Grandi Imprese Industriali, rileva che la produzione industriale migliora con una buona maggioranza degli operatori che prevede un incremento, rispetto al trimestre precedente. Parallelamente, il fatturato industriale e dei servizi registra aumenti significativi sia sul mercato interno che estero. Nonostante ciò, come spiegato dal Governatore Panetta nell’incipit della sua relazione per l’Assemblea dei Partecipanti al capitale della Banca d’Italia, permane una forte preoccupazione per l'incertezza legata alle politiche commerciali internazionali, soprattutto statunitensi, che potrebbero compromettere le prospettive economiche e limitare la capacità di pianificazione delle imprese italiane ed europee. Un approfondimento autorevole sulla questione dei dazi lo possiamo leggere sul sito del Parlamento Europeo. Si tratta della pubblicazione in inglese dal titolo “Euro Area Risks Amid US Protectionism” (“Rischi per l'Eurozona nel contesto del protezionismo statunitense”), realizzato da un’importate selezione di accademici tra cui Francesco Giavazzi, Laura Bottazzi, Ruben Fernandez Fuertes ed altri. Tra le questioni affrontate si mostra come, “mentre gli effetti tariffari diretti sono mitigati dagli aggiustamenti del tasso di cambio e dalle politiche della BCE, rischi più ampi derivano dalle interruzioni del commercio globale e dal contagio finanziario.

Inflazione, tassi e fiducia

L'inflazione torna a salire, lo fa più di quel che ci si aspettasse, e raggiunge 2,0% su base annua, secondo i dati provvisori di Istat relativi a marzo 2025. Su questi risultati, il direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio Mariano Bella sostiene: "il rialzo registrato sul versante dei prezzi nel mese di marzo, superiore alle nostre attese, rientra tra i movimenti fisiologici e non desta particolari preoccupazioni sulle prospettive a breve dell’inflazione". 
In relazione alle future decisioni della BCE sui tassi d'interesse, ha detto il Governatore Panetta nella Relazione Assemblea ordinaria dei Partecipantil’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali. La BCE si muove verso una politica monetaria meno restrittiva, ma l'elevata incertezza geopolitica potrebbe frenare ulteriori abbassamenti dei tassi, ha spiegato sempre Panetta in un suo editoriale sul Financial Times . 
In questo quadro, la fiducia di consumatori e imprese, secondo la rilevazione Istat di qualche giorno fa, peggiora significativamente (da 98,8 a 95,0 per i consumatori e da 94,7 a 93,3 per le imprese), riflettendo una crescente apprensione tra cittadini e operatori economici. Questo clima si accompagna a importanti difficoltà sociali: il 23,1% della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale, scrive Istat nel suo Report su Condizioni di vita e reddito delle famiglie | Anni 2023-2024 .

Digitalizzazione economica e conoscenza finanziaria

Infine, emergono segnali interessanti anche sul fronte della digitalizzazione economica e della conoscenza finanziaria. L'aumento dell'economia digitale, mentre offre benefici per molti, aumenta i rischi per i consumatori più vulnerabili, incapaci o poco propensi a effettuare transazioni digitali, secondo uno studio OCSE su accesso al contante ed economia digitale. Parallelamente, secondo un sondaggio della Banca Centrale Europea, esistono importanti questioni di “alfabetizzazione finanziaria”. Per esempio, la scarsa conoscenza delle funzioni della BCE (solo il 43% ne riconosce il ruolo nella stabilità dei prezzi). Ciò pone importanti questioni, come spiegato da Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della BCE, alla Mais Lecture del 2025 presso la Bayes Business School: avere adeguate conoscenze finanziarie può consentire agli individui di fare scelte consapevoli, mitigare i rischi di investimento e provvedere alla vecchiaia.

 

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