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VIA LIBERA ALLA MANOVRA: IL GOVERNO PUNTA SU FISCO E FAMIGLIA

Legge di Bilancio da 18 miliardi: taglio Irpef, bonus famiglie e selettivo stop all’aumento dell’età pensionabile. Meloni: "Manovra serie ed equilibrata". Confcommercio: "Bene interventi su redditi e famiglie ma servono correttivi per spingere consumi e crescita".

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 17 ottobre scorso la quarta legge di bilancio del governo Meloni (guarda la conferenza stampa), che si concentra su taglio del cuneo fiscale, misure per famiglie e imprese, sanità e correttivi al sistema pensionistico. Una manovra “selettiva” da 18 miliardi di euro, finanziata per oltre metà (10 miliardi) da tagli alla spesa pubblica e per la restante parte (8 miliardi) da nuove entrate. Il provvedimento conferma la tassazione agevolata al 15% su straordinari e festivi, applicabile nel 2026 fino a un massimo di 1.500 euro l’anno per i lavoratori dipendenti del settore privato con reddito fino a 40 mila euro. Prevista inoltre un’aliquota ridotta al 5% per gli aumenti salariali derivanti dai rinnovi contrattuali sottoscritti nel 2025 e 2026, per redditi fino a 28 mila euro. Sul fronte Irpef, arriva il taglio dell’aliquota per il ceto medio: la seconda fascia scende dal 35% al 33%. Per i contribuenti con redditi superiori a 200 mila euro, la detrazione si riduce di 440 euro.

Fisco: taglio dell’Irpef e flat tax sui rinnovi contrattuali

La misura principale della manovra è il taglio dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. Una misura che vale quasi 9 miliardi nel triennio e che secondo la premier Meloni “interviene sul ceto medio”, con un beneficio massimo di circa 440 euro annui. Tuttavia, il vantaggio si riduce per chi ha redditi più alti, ed è azzerato sopra i 200.000 euro. Nel settore privato debutta una “flat tax” al 5% sugli aumenti contrattuali, destinata a lavoratori con redditi fino a 28.000 euro. La misura riguarda sia i contratti già firmati nel 2024, sia quelli futuri fino al 2028. Stanziati 2 miliardi nel 2026, in calo a 717 milioni nel 2027 e 245 milioni nel 2028. Per i dipendenti pubblici arriva uno sconto fiscale sul salario accessorio, mentre si valuta la possibilità di coprire il “buco” dell’Assegno di inclusione, che dopo 18 mesi prevede una sospensione temporanea del beneficio (costo stimato: circa 500 milioni l’anno).

Pensioni: stop selettivo all’aumento dell’età e mini-aumento delle minime

Confermata la sterilizzazione parziale dello “scalino” che dal 2027 avrebbe alzato i requisiti anagrafici per la pensione. Lo stop sarà valido solo per i lavoratori impegnati in mansioni gravose e usuranti, escludendo invece quelli “precoci”. L’intervento riguarda una platea molto ristretta e vale 3,6 miliardi nel triennio, ma solo 465 milioni nel 2026: segnale che misure come Ape sociale, Quota 103 e Opzione donna potrebbero essere prorogate.
Per le pensioni minime, previsto un aumento mensile di 20 euro, mentre le pensioni sociali per gli over 70 cresceranno tra 1,8 e 8 euro.

Cartelle fiscali: arriva la “rottamazione quater quinquies”

Il governo vara una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, la quinta, con un piano di pagamento fino a 54 rate bimestrali (9 anni), destinata ai contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi ma non versato le imposte. Non ci sarà una maxi-rata iniziale. Il ministro Giorgetti precisa: “Non è un condono, ma una sanatoria per chi ha dichiarato. Le regole saranno più rigide per chi non rispetta i piani di pagamento”.

Sanità: 2,4 miliardi in più nel 2026

Il governo stanzia 2,4 miliardi aggiuntivi per il Fondo sanitario nazionale nel 2026, portandolo oltre la soglia prevista di 140,6 miliardi. La premier Meloni rivendica il risultato: “Da 126 miliardi siamo saliti a 136, e supereremo i 140. Se continuiamo così, a fine legislatura le risorse aggiuntive saranno circa 30 miliardi”.

Famiglia e sociale: bonus mamme, nuova Isee, caregiver

Il pacchetto sociale vale 4 miliardi in tre anni, di cui 1,6 miliardi nel 2026. Confermata la social card “Dedicata a te” per le famiglie in difficoltà, prorogata per altri due anni. Novità in arrivo per il calcolo dell’Isee, che escluderà in parte la prima casa e introdurrà correttivi per i nuclei con due o più figli.
Previsto un potenziamento del bonus mamme lavoratrici con due figli e reddito inferiore a 40.000 euro, che salirà da 40 a 60 euro al mese. Stanziate risorse anche per l’avvio della riforma dei caregiver familiari. Possibile un aumento delle detrazioni fiscali per il primo figlio.

Casa, imprese e contenziosi Ue

Confermati per il 2026 i bonus ristrutturazioni: detrazione al 50% per la prima casa, 36% per la seconda. Resta anche il bonus mobili. Alle imprese vanno 7,4 miliardi nel triennio, con 3 miliardi già nel 2026. Ritorna Industria 4.0 con super e iper ammortamento, rifinanziata la Legge Sabatini, confermati i crediti d’imposta nelle Zes (Zone economiche speciali). Eliminata l’ipotesi di un’Ires premiale. Nasce un “fondo sentenze” da 2,1 miliardi per il 2026, destinato a coprire l’impatto di possibili condanne dell’Italia da parte della Corte di Giustizia Ue, incluso il contenzioso con Tim.

Altri interventi: sicurezza, enti locali e investimenti pubblici

Previsti 3,8 miliardi per la sicurezza e altri 3,8 miliardi per gli enti territoriali nel triennio. Agli investimenti pubblici sono destinati 5 miliardi, ma concentrati nel biennio 2027-2028.


Confcommercio: "Bene interventi su redditi e famiglie ma servono correttivi per spingere consumi e crescita"

Commentando la Legge di bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri, Confcommercio ha approvato "il rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici e alcune scelte che iniziano il percorso di riduzione delle tasse a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie e di riduzione del costo lavoro. Apprezzabili la riduzione della seconda aliquota IRPEF, l’alleggerimento del prelievo fiscale sugli aumenti contrattuali, sebbene limitato ai redditi fino a 28mila euro, il ridisegno dell’Isee familiare, la superdeduzione del costo del lavoro per i neoassunti e le misure di ‘pace fiscale’ con ampia e generalizzata rateizzazione delle cartelle iscritte a ruolo". Secondo Confcommercio"resta, tuttavia, l’esigenza di adottare alcuni correttivi alla manovra per dare una spinta maggiore ai consumi e alla crescita, tra cui: estensione del taglio Irpef allo scaglione di reddito fino a 60mila euro, graduale detassazione delle tredicesime, prosecuzione dell’abolizione dell’IRAP". 

Prampolini: “Intervenire sul fisco resta imprescindibile per lo sviluppo e la crescita del Paese”

“Il quadro di crescita delineato nel Documento programmatico di finanza pubblica resta improntato alla cautela, con un incremento tendenziale del Pil pari allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026 e previsioni prudenziali anche per il biennio successivo. Pur in presenza di un’inflazione stabile e di un’occupazione in aumento, la fiducia delle famiglie resta fragile condizionando la dinamica dei consumi”: così Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con incarico sulle Politiche fiscali e di bilancio, in occasione dell’incontro del 13 ottobre scorso tra il Governo e le organizzazioni imprenditoriali sulla manovra di bilancio per il 2026.

“La manovra - ha sottolineato Prampolini - si intreccia, inevitabilmente, con la Legge Delega al Governo per la riforma fiscale che resta imprescindibile per lo sviluppo e la crescita del Paese. In particolare, è urgente ridurre la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, innalzare il corrispondente scaglione di reddito da 50.000 euro a 60.000 euro, e valutare interventi di alleggerimento del prelievo fiscale sugli aumenti contrattuali e sulle tredicesime. Confcommercio propone di rendere strutturale la ‘Ires premiale’ per le società che investono in innovazione e creano nuova occupazione e di avanzare nel processo di abolizione dell’Irap a cui sono ancora sottoposte le società di persone e quelle di capitali. In tema di riscossione, servono adeguate soluzioni per smaltire l’ingente magazzino dei carichi fiscali affidati all’agente della riscossione, prevedendo una rateizzazione ampia e generalizzata delle cartelle. Infine, andrebbero introdotte misure fiscali a sostegno della spesa culturale delle famiglie, come strumento per  sostenere la domanda di cultura e una visione moderna di welfare”.

“Chiediamo di rafforzare – ha proseguito la vicepresidente di Confcommercio - le misure a supporto delle imprese e dei territori, con il completamento del Pnrr e la valorizzazione delle infrastrutture strategiche che devono andare di pari passo con il rafforzamento della Zes Unica, dotata di risorse adeguate, coerenti con l'inclusione di Umbria e Marche nel proprio perimetro. Riguardo ai servizi di trasporto, poi, andrebbe ricostituita la piena dotazione del Fondo strutturale per l’autotrasporto e andrebbero introdotte misure per favorire il rinnovo delle flotte dei veicoli e delle navi. Occorrerebbe, inoltre, investire nel turismo. Sul fronte del credito e delle garanzie evidenziamo il drastico calo dei prestiti alle imprese negli ultimi quindici anni e chiediamo interventi strutturali per riavvicinare banche e imprenditori, come la riforma dei confidi, che ne ampli il perimetro d'azione, e la revisione del Fondo di Garanzia per le pmi, per ristabilire un legame diretto tra garanzia pubblica e rischiosità dell’impresa, favorendo l’accesso al credito anche per le aziende meritevoli ma oggi penalizzate”.

“Anche sul piano energetico, sebbene l’emergenza si sia attenuata, i prezzi al consumo restano molto più alti di altri Paesi, come Francia e Spagna. Confcommercio sollecita il disaccoppiamento tra prezzo del gas ed elettricità, il rinnovo della sterilizzazione degli oneri di sistema per l’energia elettrica e l’estensione dell’ambito applicativo, utilizzando anche i proventi delle aste Co?. Sul versante del lavoro – ha concluso Prampolini - pur in presenza di una crescita occupazionale, trainata dagli over 50, restano difficoltà per giovani e donne, ci sono troppi inattivi e troppi Neet, il cuneo fiscale sul costo del lavoro è oggi al 47,1% contro il 34,9% della media Ocse e la produttività ristagna. La contrattazione collettiva funziona bene ma quella di qualità è insediata dal dumping contrattuale. Occorre rafforzare l’istruzione professionale e la formazione continua e sostenere la previdenza complementare e i fondi sanitari integrativi, strumenti essenziali per un welfare sostenibile. Sarebbe necessario altresì riformare il meccanismo del Fis che non garantisce ammortizzatori alle numerose pmi del terziario, ma drena risorse ingenti che potrebbero essere reindirizzate verso politiche attive”.

Tassa di soggiorno, Federalberghi: “Le imprese dicono no all’aumento della pressione fiscale”

“Le imprese e i cittadini sono in attesa di una riduzione della pressione fiscale, come è stato più volte promesso, ma le avvisaglie sul contenuto della legge di bilancio sembrano andare in direzione completamente opposta”. Con queste parole, Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi, commentano l’ipotesi di prorogare al 2026 le misure incrementali sull'imposta di soggiorno.

“Rinnovare l’incremento di 2 euro, che avrebbe dovuto riguardare solo l’anno giubilare, equivale a un aumento dell’imposta compreso tra il 20% (da 10 euro a 12) e il 40% (da 5 a 7). Ancor più sconcertanti sono le indiscrezioni relative alle località interessate dalle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, per le quali viene preannunciato un aumento del 140% (da 5 euro a 12). Sono valori stellari, che si commentano da soli. Uno svarione che confidiamo venga corretto già in questa fase, intervenendo sulle bozze della manovra”, aggiungono le sigle.

Le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese turistico ricettive chiedono dunque al Governo di “non inasprire la pressione fiscale e ribadiscono la necessità di assicurare che una parte del gettito venga destinata alla riqualificazione delle imprese turistica, in ossequio a quanto previsto dalla legge vigente, che purtroppo viene disapplicata dai comuni, e di contenere gli oneri amministrativi ed economici che gravano sulle imprese turistiche incaricate della riscossione dell’imposta”.

Ali: “bene la Carta Valore per rafforzare gli strumenti a sostegno della domanda”

Ali-Confcommercio plaude alla proposta del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, di istituire la “Carta Valore” (il credito annuale riservato ai neodiplomati per consumi culturali, misura inserita nella manovra di bilancio, ndr) per rafforzare le misure a sostegno dei consumi culturali e dei libri in particolare, quanto mai necessarie visto l’andamento del mercato nei primi nove mesi dell’anno.

“Auspichiamo con l’occasione che nel governo e nel Parlamento si rafforzi la consapevolezza della necessità di maggiori investimenti nella cultura per dare soprattutto alle nuove generazioni gli strumenti per interpretare al meglio il loro ruolo in un mercato che sempre più richiede personale preparato a declinare il sense of Italy”, ha detto il presidente Paolo Ambrosini.

Per le Associazioni dell’esercizio cinematografico “i tagli mettono a rischio migliaia di lavoratori e la sopravvivenza delle sale cinematografiche”

Le Associazioni che rappresentano l’esercizio cinematografico italiano – Anec (Associazione nazionale esercenti cinema), Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) e Fice (Federazione italiana cinema d’Essai), associate ad Agis-Confcommercio (Associazione generale italiana dello spettacolo) chiedono con fermezza il ripristino del Fondo Cinema e Audiovisivo e fanno appello al Presidente della Repubblica, al Governo e al Parlamento affinché gli stanziamenti complessivi per il cinema restino invariati.

“I tagli ipotizzati nel testo della manovra – dicono - mettono in serio pericolo tutto il settore che compone l’industria cinematografica a partire dalla produzione fino a tutta la filiera distributiva e degli altri comparti, arrivando in modo particolare a colpire migliaia di schermi cinematografici, le imprese che li gestiscono e tutti i lavoratori dipendenti, rischiando di annientare in breve tempo gli unici presidi sociali e di aggregazione rimasti a difesa, insieme alle sale teatrali, della cultura a servizio del pubblico nel nostro Paese”.

“La prima impressione – continuano Anec, Acec e Fice - è stata di grande stupore, quasi di incredulità, di fronte alle misure annunciate. Come è stato possibile che dopo anni di azioni, progetti, di iniziative promozionali in un percorso convinto e strutturato per la ripresa del mercato cinematografico, sia maturato un provvedimento del genere? Perché non c’è stato un confronto preventivo, aperto e condiviso per valutare aspetti e misure in un’ottica di revisione e miglioramento delle misure in atto? La sala cinematografica è tornata ad essere centrale e, con il consenso di tutta l’industria e delle istituzioni, ad accrescere il ruolo e la sua funzione sociale e culturale. Non è ammissibile interrompere la via intrapresa non si può arrestare un percorso virtuoso, con il rischio evidente di gettare via tutto quanto si è costruito fino ad adesso”.

Le Associazioni auspicano infine che “si apra quanto prima un tavolo di confronto con le Istituzioni, convinte che solo attraverso un dialogo costruttivo sarà possibile individuare soluzioni che garantiscano la continuità e la crescita del settore cinematografico, a beneficio dell’intera comunità”.

 

Conftrasporto: “Servono strumenti concreti per decarbonizzare il settore“

"Ringrazio il governo per la convocazione e per il dialogo con le associazioni. Abbiamo evidenziato l'importanza di un quadro normativo che preveda strumenti concreti di supporto al processo di decarbonizzazione del settore: dalla redistribuzione del gettito Ets a vantaggio degli operatori, all'aumento dei fondi per il rinnovo del parco veicolare e per il marebonus e ferrobonus". Così il presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia, Pasquale Russo, dopo l'incontro con il governo a Palazzo Chigi sulla manovra.

"Anche il tema del lavoro è centrale - ha proseguito – sia per quanto riguarda l'ottenimento dei titoli professionali, sia per i lavoratori in ambito marittimo-portuale. Fondamentali, inoltre, l'ammodernamento infrastrutturale, in particolare della rete stradale, la gestione delle criticità dell'arco alpino, il mantenimento del sistema delle concessioni e lo sviluppo delle Zes e Zls, elementi chiave per la competitività del Paese".

"Dall'incontro - ha concluso Russo - auspichiamo che il governo recepisca le sollecitazioni e individui le risorse necessarie per sostenere un comparto tra i più colpiti dalle tensioni internazionali, ma strategico per la crescita economica e produttiva nazionale".

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