Ottobre 14, 2025
Un clima economico instabile
L’attuale fase congiunturale continua a essere caratterizzata da un’elevata incertezza, alimentata da fattori geopolitici, tecnologici e demografici. Nel suo recente intervento, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha sottolineato come le trasformazioni globali — dall’evoluzione tecnologica al mutamento dei flussi migratori e demografici — stiano determinando un clima economico instabile, nel quale “l’incertezza è divenuta la nuova normalità”.
A tale quadro si accompagna un diffuso malcontento sociale, legato al rallentamento della mobilità economica e al rischio di esclusione per ampie fasce di popolazione, in particolare giovanile.
Occupazione europea e le dinamiche italiane
Nell’Unione Europea il 2024 ha segnato una significativa tenuta del mercato del lavoro che, secondo Eurostat ha visto il tasso di occupazione raggiungere il 75,8%, il livello più elevato mai registrato, collocandosi a soli 2,2 punti percentuali dall’obiettivo del 78% fissato per il 2030 dal Piano d’Azione sul Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. In questo quadro, non tutte le regioni europee mostrano gli stessi risultati. Il 47% ha già centrato tale obiettivo, ma le disparità territoriali restano marcate. Le regioni del Mezzogiorno italiano (Calabria, Campania e Sicilia) presentano ancora tassi di occupazione compresi tra il 48% e il 51%, ben al di sotto della media UE. Anche ilLazio si attesta sotto la soglia del 70%, come altre regioni del Vecchio continente.
Intanto, nel mese di ottobre 2025 le imprese italiane programmano circa 520mila nuove assunzioni, per un totale di 1,3 milioni nel trimestre ottobre-dicembre. Il dato, diffuso da Unioncamere, indica una contrazione del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2024. Nonostante la flessione della domanda di lavoro, la difficoltà di reperimento del personale rimane elevata, interessando il 46,8% delle figure ricercate. Il fenomeno riflette il disallineamento tra le competenze offerte dal mercato e quelle richieste dal sistema produttivo, soprattutto nei comparti tecnico-scientifici e digitali.
Fiducia nelle istituzioni, disagio sociale e consumi
In questo contesto, l’indicatore del disagio economico e sociale (MIC) elaborato da Confcommercio registra a settembre 2025 un lieve aumento a 10,3 punti. La spesa media mensile per famiglia, pari a 2.755 euro, rimane sostanzialmente invariata rispetto al 2023, fonteIstat, ma una famiglia su tre dichiara di aver ridotto la spesa alimentare.
Questi elementi suggeriscono un quadro di stabilità fragile, in cui la capacità di spesa delle famiglie continua a risentire dell’erosione dei redditi reali e, sondando la fiducia degli italiani nelle istituzioni, Istat ha appurato che nel 2024, dopo anni di crescita, scende la fiducia dei cittadini nelle istituzioni salvando stanzialmente solo dai Vigili del fuoco, seguiti dalle Forze dell’ordine e il Presidente della Repubblica.
Condizioni del credito e andamento industriale
Secondo l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), a settembre 2025 prosegue la riduzione dei tassi di interesse applicati a famiglie e imprese: il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è sceso al 3,33%, mentre quello sui mutui per l’acquisto di abitazioni si attesta al 3,25%, in netto calo rispetto al 4,4% di fine 2023. Il miglioramento delle condizioni di credito rappresenta un fattore di sostegno potenziale per gli investimenti, ma la domanda di finanziamento rimane moderata, in coerenza con il rallentamento dell’attività industriale. L’Istat segnala infatti, ad agosto 2025, unadiminuzione della produzione industriale, diffusa a tutti i principali raggruppamenti di industrie, mentre il settore edilizio, sempre dato Istat, mostra segnali opposti: i permessi di costruire crescono dell’1,5% nel comparto residenziale e del 13,6% nel non residenziale.
Aspettative economiche e fiducia delle imprese
Nell’indagine di Banca d’Italia condotta tra agosto e settembre 2025, i giudizi delle imprese sull’economia nazionale restano complessivamente sfavorevoli ma in miglioramento rispetto all’inizio dell’anno. Dati coerenti con la rilevazione di Confindustria di settembre, secondo cui quasi il 70% delle grandi imprese industriali prevede un incremento della produzione nel breve periodo, a fronte del 25% che ne attende la stabilità e di un residuale 5% che stima un calo.
Le aspettative di inflazione risultano più contenute, contribuendo a un clima di fiducia moderatamente positivo.
Innovazione finanziaria e trasformazione digitale
Il Rapporto sull’Open Banking in Italia pubblicato da Banca d’Italia conferma un’espansione del settore con una crescita trainata dai servizi B2B e dall’integrazione delle piattaforme fintech nei sistemi di gestione aziendale. Tuttavia, sebbene si registri un’espansione, l’Open Banking in Italia è ancora un sistema in evoluzione, con una crescita definita “marginale”.
Sul piano europeo, la BCE ribadisce l’importanza dell’euro digitale quale strumento pubblico per garantire pagamenti sicuri e inclusivi anche nell’e-commerce, in un contesto in cui l’uso del contante continua a ridursi.
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