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L'outlook della settimana. Il punto al 25 novembre 2025

Un’Europa che cerca crescita in un mondo instabile

La settimana economica si chiude con un messaggio che attraversa i principali osservatori europei: l’Europa sta recuperando slancio, ma lo fa in un contesto fragile, segnato da tensioni geopolitiche, dazi commerciali e dinamiche fiscali ancora in discussione. La presidente BCE Christine Lagarde, intervenuta alla Commissione trilaterale di Vienna, ha ribadito che la sfida decisiva per il continente è quella di “allocare la spesa pubblica in modo più intelligente”, puntando su istruzione, ricerca e innovazione. Non basta contenere i conti: occorre stimolare il potenziale di crescita.
Una riflessione che Lagarde aveva rilanciato anche al Frankfurt European Banking Congress, ricordando che il mondo non aspetterà l’Europa e che altri sei anni di inerzia rappresenterebbero “un’irresponsabilità”. Un invito esplicito a rafforzare il mercato unico e ad accelerare sulle riforme strutturali, condizione necessaria per rendere il continente più competitivo e meno dipendente dalle decisioni esterne.

Inflazione in rallentamento e attività in espansione

Il quadro macroeconomico resta contrastato ma, rispetto ai mesi scorsi, emergono segnali più coerenti. L’inflazione annuale nell’area euro è scesa al 2,1% a ottobre (Eurostat), avvicinandosi sempre più all’obiettivo della BCE. Parallelamente, il PMI composito dell’Eurozona ha confermato a novembre una solida espansione dell’attività, attestandosi a 52,4 (HCOB PMI Flash Eurozona): è l’undicesimo mese consecutivo in territorio positivo, una delle performance migliori degli ultimi due anni e mezzo. Un segnale incoraggiante arriva anche dalla produzione delle costruzioni in Italia che cresce dello 0,9% a settembre (Istat), contribuendo a rafforzare un settore che negli ultimi mesi aveva dato segnali alterni.

Mercati finanziari in crescita, ma con rischi latenti

Il Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia fotografa mercati internazionali in forte rialzo e con volatilità molto bassa. Tuttavia, proprio questa combinazione aumenta il rischio di correzioni improvvise, soprattutto se le valutazioni si allontanano dai fondamentali.
In Italia, i rischi domestici restano contenuti, mentre preoccupano quelli provenienti dall’instabilità globale. Nota positiva: lo spread BTP–Bund continua a ridursi, tornando su livelli simili al periodo pre-crisi dei debiti sovrani. Un contesto favorevole, reso ancora più significativo dalla decisione storica di Moody’s, che dopo 23 anni ha rivisto al rialzo il rating sovrano dell’Italia portandolo da Baa3 a Baa2. Un passo che restituisce credibilità al Paese e che, se stabilizzato, potrebbe ridurre ulteriormente il costo del debito e sostenere gli investimenti pubblici e privati.

Povertà e disuguaglianze: l’Europa delle aree fragili

Nonostante l’inflazione più bassa e alcuni segnali di ripresa, la fotografia sociale dell’Europa resta complessa. Nel 2024, secondo Eurostat, il 16,2% dei cittadini UE era a rischio povertà: una percentuale stabile rispetto al 2023, ma ancora elevata. Colpisce la situazione italiana: la Calabria, con il 37,2%, è la terza regione europea più esposta, preceduta solo dalla Guyana francese e dalla città autonoma spagnola di Melilla. Un dato che conferma la persistenza di divari territoriali difficili da colmare.

Un’economia italiana che fatica a crescere, ma mostra segnali di fiducia

dati congiunturali di Confindustria confermano un PIL fermo nel terzo trimestre, frenato dai dazi USA e dal dollaro debole. Tuttavia, per il quarto trimestre si prevede un clima più favorevole, grazie al recupero di fiducia, alla discesa del prezzo del petrolio e alla spinta degli investimenti alimentati dal PNRR. Anche Confcommercio, nella sua Congiuntura del 18 novembre, rileva segnali di miglioramento nei consumi e nella fiducia delle famiglie, tanto da stimare per il 2026 una possibile crescita del PIL fino all’1%.

Mercato immobiliare e dinamiche territoriali

Nel terzo trimestre del 2025, il sondaggio congiunturale Banca d’Italia – Tecnoborsa – Agenzia delle Entrate rileva un rafforzamento delle valutazioni sui prezzi delle abitazioni in molte aree del Paese, soprattutto nel Nord-Est urbano. I margini di sconto si riducono e i tempi di vendita restano ai minimi storici: un mercato ancora dinamico, nonostante il generale rallentamento del ciclo economico.
La fiducia cresce nel terziario del Friuli Venezia Giulia: secondo l’Osservatorio curato da Format Research per Confcommercio FVG (21 novembre 2025), le imprese mostrano stabilità, buona capacità finanziaria e occupazione in linea col trend nazionale.

Città, giovani e commercio di prossimità: tra abitudini che cambiano e il test del Black Friday

L’economia urbana è uno dei grandi temi della settimana. A Bologna, il segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri, ha richiamato la centralità del negozio di vicinato come presidio economico e comunitario. Barbieri ha denunciato la crescente pressione fiscale locale, con imposte raddoppiate o quadruplicate in molti comuni, e l’effetto desertificazione che ne deriva.
A Roma, un’indagine Confcommercio Roma–Format Research mostra che solo il 37% dei cittadini ha acquistato in Centro nell’ultimo anno: pesano traffico, parcheggi insufficienti e la concorrenza di e-commerce e centri commerciali.
A Parma, invece, il tessuto imprenditoriale giovanile cresce: secondo Format Research oltre il 60% delle 2.700 imprese giovani censite è costituito da ditte individuali del terziario. Notevole il dato sulla soddisfazione di vita: il 92% dei giovani valuta positivamente vivere in città.

Infine, l'indagine Confcommercio–Format Research sul Black Friday segnala che sette italiani su dieci faranno acquisti, spendendo in media 268 euro (in crescita rispetto ai 261 del 2024). Le donne, i giovani e i residenti del Nord trainano il fenomeno, e quasi il 67% userà le offerte per anticipare i regali di Natale. Un segnale di fiducia utile, anche se non ancora sufficiente per compensare il calo delle vendite al dettaglio registrato nel trimestre.

 

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