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Agenzia Entrate: assicurazione sanitaria per personale dipendente in servizio all’estero

L’Agenzia delle Entrate, con l’interpello n. 249/E del 18 settembre 2025, fornisce alcuni chiarimenti in merito al corretto regime fiscale da applicare al premio della polizza assicurativa sottoscritta dall’Ente in favore dei dipendenti che prestano servizio all’estero nei paesi dove non è erogata l’assistenza sanitaria in forma diretta e dei relativi familiari a carico conviventi.

 

La risposta dell’Agenzia delle Entrate

L’articolo 51, comma 1, del Testo unico delle imposte sui redditi, approvato con d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 (Tuir), prevede che costituiscono reddito di lavoro dipendente «tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro».
Tale disposizione include nel reddito di lavoro dipendente tutte le somme e i valori che il dipendente percepisce in relazione al rapporto di lavoro (c.d. ”principio di onnicomprensività”), salve le tassative deroghe contenute nei successivi commi del medesimo articolo 51 del Tuir.
Nello specifico, l’articolo 51, comma 2, lettera a), primo periodo, del Tuir dispone che non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente «i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di legge».
Al riguardo, con la circolare 23 dicembre 1997, n. 326, l’Amministrazione Finanziaria ha chiarito che l’assistenza sociale risponde «a finalità fondate unicamente sulla solidarietà collettiva a soggetti che versano in uno stato di bisogno».
Inoltre, si qualificano come ”contributi previdenziali” quei contributi versati in ottemperanza di legge al fine di garantire al dipendente specifiche prestazioni previdenziali.
Dunque, sulla base della normativa e della prassi richiamata, con riferimento al caso di specie, il contratto di assicurazione sanitaria (malattia, infortunio e maternità) che l’Istante ha sottoscritto non può essere ricondotto alla categoria dei ”contributi  assistenziali”, non riscontrandosi alcuna finalità di ”solidarietà collettiva” nei confronti di soggetti che versano in uno stato di bisogno, né a quella dei ”contributi previdenziali”, come sopra descritti.
Pertanto, alla fattispecie in esame non si applica la deroga prevista dall’articolo 51, comma 2, lettera a) del Tuir per i «i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di legge».
Diversamente, il premio della polizza sottoscritta dall’Istante in favore dei propri dipendenti concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente ai sensi dell’articolo 51, comma 1, del Tuir.

 

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