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SANGALLI: "IL CUORE DELLA QUESTIONE È LA RIFORMA FISCALE"

Sul Sole 24 Ore, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha commentato i dati dell’Indicatore dei Consumievidenziando come, nonostante il contesto geopolitico e le fragilità dell’economia, l’Italia mostri segnali di resilienza: occupazione ai massimi storici, redditi familiari in crescita e inflazione sotto controllo. Ma i consumi restano deboli: per questo, secondo Sangalli, occorre rafforzare il potere d’acquisto, sostenere i redditi da lavoro e ridurre la pressione fiscale, rilanciando la fiducia, “vero nodo da sciogliere”.

I dati di agosto segnalano cali soprattutto per beni e servizi per la casa (-2,4%, legati alla contrazione della domanda di energia elettrica) e per la mobilità (-2,3%), mentre più contenute sono le flessioni di alimentari e bevande (-0,9%) e dei beni ricreativi (-0,6%). Crescono invece i consumi per la comunicazione (+9,1%), in particolare per i beni tecnologici, e si registrano lievi rialzi per ristorazione (+0,8%) e cura della persona (+0,6%). In difficoltà, invece, l’abbigliamento e le calzature, incapaci di ripartire anche con i saldi.

Lo sguardo si concentra ora sulla legge di Bilancio 2026: Sangalli sollecita una riforma fiscale che riduca la seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, alzando lo scaglione da 50mila a 60mila euro, e chiede la detassazione delle tredicesimeper dare ossigeno ai redditi medio-bassi e stimolare i consumi. Tra le priorità anche la stabilizzazione degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, l’Ires premiale per le imprese che investono in innovazione e occupazione e l’abolizione completa dell’Irap.

Le stime di Confcommercio per settembre indicano inflazione stabile (0% congiunturale, +1,7% annuo). Una dinamica dei prezzi meno espansiva e la solidità occupazionale potrebbero favorire una graduale ripresa della domanda e una crescita del Pil tra lo 0,7 e lo 0,8% nel 2025, ponendo basi positive per il 2026.

Resta però la preoccupazione per il fenomeno del dumping contrattuale: nel terziario e turismo oltre 200 contratti “pirata” coinvolgono circa 160mila lavoratori e 21mila imprese, con punte superiori al 10% in molte province del Mezzogiorno. “Vogliamo rafforzare la collaborazione con Cgil, Cisl e Uil – conclude Sangalli – per difendere la buona contrattazione e tutelare lavoratori e imprese sane”.

tratto da Il Sole 24 Ore

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